Il potere curativo della gentilezza sulla mente e sul corpo: cosa c’è da sapere
Alcuni studi hanno dimostrato che chi è impegnato nel volontariato fa una vita più attiva ed è meno isolato a livello sociale. Ma non solo. Ecco le nuove scoperte
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La gentilezza fa bene a mente e corpo
Ci sono momenti dell’anno in cui ci sentiamo più ispirati a compiere gesti di gentilezza, ma è interessante scoprire come questi atti altruistici possano avere effetti positivi anche sulla nostra salute. Numerosi studi dimostrano infatti che fare della gentilezza un’abitudine quotidiana migliora non solo il benessere psicologico, ma anche quello fisico.
Memoria e funzioni cognitive
Tara Gruenewald, psicologa sociale e sanitaria della Chapman University, ha confermato che esistono molte evidenze a sostegno di questa teoria. Un esempio significativo è il Baltimore Experience Corps, uno studio che ha analizzato l’impatto del volontariato sulla salute cerebrale di adulti over 60. I partecipanti, impegnati come tutor per bambini svantaggiati nelle scuole elementari per almeno 15 ore a settimana, hanno mostrato miglioramenti nelle funzioni cognitive rispetto al gruppo di controllo. “A differenza dei non volontari, nei partecipanti allo studio non sono state osservate alterazioni nella memoria e nelle funzioni cognitive” ha commentato Gruenewald. Inoltre, sono stati riscontrati benefici in alcune aree del cervello legate ai processi cognitivi.
Minore rischio di demenza
Ma gli effetti positivi dei gesti dettati dall’altruismo disinteressato non si fermano qui: chi si dedica al prossimo tende a essere più attivo fisicamente, un fattore essenziale per preservare la salute con l’avanzare dell’età e ridurre il rischio di demenza, incluso l’Alzheimer. Studi precedenti hanno evidenziato che le persone impegnate nel volontariato hanno un rischio di mortalità inferiore e godono di una migliore funzionalità fisica. Laura Kubzansky, professoressa alla Harvard T.H. Chan School of Public Health, ha sottolineato come questi individui mostrino una maggiore stabilità nell’equilibrio e una migliore capacità di camminare nel tempo.
Umore più alto e migliore forma fisica
Kubzansky ha inoltre osservato che il volontariato è associato a livelli più bassi di dolore fisico, suggerendo un possibile collegamento tra altruismo e benessere fisico. I meccanismi esatti non sono ancora del tutto chiari, ma è probabile che entrino in gioco diversi fattori. Da una indagine scientifica condotta dall’esperta e da altri suoi colleghi e pubblicata sul ‘Journal of the American College of Cardiology’ nel 2018, per esempio, è emerso che, in generale, “gli aspetti del benessere psicologico positivo”, come l'ottimismo e la gentilezza, “sono stati identificati come risorse positive per la salute, poiché sono associati ai 7 parametri della salute del cuore e a migliori esiti relativi alle malattie cardiovascolari”.
Ha sottolineato la professoressa di Harvard: “Compiere gesti di gentilezza aiuta a distogliere l’attenzione dai problemi personali, contribuendo a un maggiore equilibrio emotivo”. Inoltre, il volontariato favorisce uno stile di vita attivo e riduce l’isolamento sociale, un elemento cruciale per il benessere mentale, soprattutto in età avanzata. Un aspetto che, come confermano numerose ricerche, va spesso di pari passo con una migliore forma fisica.