Dormire profondamente ‘ripulisce’ il cervello: ecco perché è meglio non usare sonniferi

Uno studio danese potrebbe aprire la strada a nuove ricerche sul legame tra sonno e malattie neurodegenerative

di Redazione Salus
7 febbraio 2025
Dormire profondamente fa bene al cervello

Dormire profondamente fa bene al cervello

Il sonno profondo funziona come una sorta di lavatrice o lavastoviglie per il nostro cervello, ripulendolo letteralmente dalle tossine accumulate durante il giorno. Questo processo è regolato dalla noradrenalina, un neurotrasmettitore che provoca una contrazione ritmica dei vasi sanguigni nel cervello, facilitando il deflusso delle scorie verso il sistema glinfatico, che drena il sistema nervoso centrale.

Tuttavia, l'uso di farmaci per l'insonnia potrebbe interferire con questo processo, con possibili effetti negativi sulle funzioni cognitive a lungo termine. È ciò che emerge da uno studio su modelli animali, pubblicato dall'Università di Copenhagen sulla rivista Cell

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Le interferenze dei farmaci

I risultati dello studio danese dimostrano che, durante il sonno profondo, una parte del cervello chiamata tronco encefalico rilascia ondate di noradrenalina a intervalli di circa 50 secondi. Questo neurotrasmettitore regola la contrazione dei vasi sanguigni cerebrali, spingendo il liquido cerebrospinale attraverso il cervello per rimuovere i prodotti di scarto.

Secondo Maiken Nedergaard, coordinatore della ricerca, il processo è simile ad “accendere la lavastoviglie prima di andare a letto e svegliarsi con il cervello pulito”. Lo studio ha anche testato l'effetto di un farmaco per l'insonnia sperimentando sui modelli animali, osservando che il medicinale diminuisce del 50% le onde di noradrenalina nelle fasi di sonno profondo. Pur aiutando i modelli animali monitorati ad addormentarsi più velocemente, inoltre, il farmaco riduce il trasporto dei fluidi nel cervello di oltre il 30%, compromettendo quindi l'efficacia del processo di pulizia attuato dal sonno.

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Prospettive future

“Sempre più persone fanno uso di sonniferi. È fondamentale comprendere se questi garantiscono un sonno veramente sano”, ha affermato Natalie Hauglund, prima autrice dello studio. I ricercatori hanno suggerito che i risultati potrebbero essere rilevanti anche per gli esseri umani, dato che anche il cervello umano possiede un sistema glinfatico, ossia una rete di drenaggio del sistema nervoso centrale che svolge un ruolo fondamentale nell'eliminazione dei prodotti di scarto e delle tossine accumulate nel cervello durante le ore di veglia. La nostra materia cerebrale, inoltre, viene attraversata continuamente da correnti di noradrenalina. Ulteriori studi potrebbero chiarire il legame tra sonno di scarsa qualità e malattie neurologiche, come l'Alzheimer, e contribuire allo sviluppo di nuove terapie per un sonno più riposante.

Ansiolitico naturale

Anche da un'altra recente ricerca è emersa la funzione rigeneratrice del sonno profondo, in particolare per quanto riguarda una mente ansiosa. Lo studio condotto dall'Università della California di Berkeley, pubblicato su 'Nature Human Behaviour', ha mostrato che una notte di sonno ristoratore aiuta a stabilizzare le emozioni, mentre una notte insonne può aumentare i livelli di ansia del 30%. I ricercatori hanno identificato che il sonno più efficace nel calmare un cervello in preda a questa emozione è quello NREM (a onde lente e senza movimento rapido degli occhi), uno stato in cui le oscillazioni neuronali si sincronizzano, abbassando la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. Ha commentato Matthew Walker, autore senior dello studio, professore di neurologia e psicologia a Berkeley: “Il sonno profondo può agire come un ansiolitico naturale, a patto che si dorma bene ea sufficienza ogni notte”.