Chirurgia estetica 4.0: quando i filtri di instagram diventano realtà

Il rapporto con la propria presenza online potrebbe avere effetti psicologici da non sottovalutare

di Redazione Salus
10 ottobre 2024
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Quando per la prima volta, con l’avvento dei social network, le persone hanno iniziato ad avere a che fare con i filtri, molte delle certezze riguardo al concetto di estetica sono crollate. Se in precedenza i più vanitosi facevano riferimento al make up per modificare i propri connotati, ora basta un tap su uno schermo e come per magia ci si trasforma, guadagnando in un battito di ciglia una pelle liscia, zigomi più definiti e un sorriso impeccabile.

Tuttavia, il desiderio di replicare queste versioni “migliorate” di sé ha portato a un fenomeno preoccupante: un numero crescente di persone si sta rivolgendo alla chirurgia estetica per replicare l’effetto dei trucchi digitali. Ma non finisce qui. Lo scarto tra ciò che è effettivamente reale e ciò che invece è immaginato (o desiderato) nella mente di un soggetto può generare disturbi psicologici da non sottovalutare.

La ricerca

Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical and Aesthetic Dermatology ha evidenziato a proposito come l’utilizzo di alcuni social media – soprattutto Snapchat e Instagram – sia associato a un aumento del desiderio di ricorrere al bisturi. Questo fenomeno, talvolta descritto come “Snapchat Dysmorphia” o “dismorfia da filtro”, descrive una condizione in cui le persone sviluppano una percezione distorta del proprio aspetto a causa della continua esposizione a immagini filtrate. I filtri, infatti, eliminano imperfezioni e migliorano i tratti fisici con tale efficacia che molti iniziano a percepire il proprio aspetto reale come inadeguato.

Qualcosa è cambiato nella mente dei pazienti a causa della loro presenza online, insomma.  Interessante in questo senso l’opinione di Neelam Vashi, professoressa associata di dermatologia nonché direttrice del Boston University Cosmetic and Laser Center di Boston, negli Stati Uniti, che ha precisato: “Fino a oggi non c’erano mai stati dati chiari che evidenziassero un legame chiaro o fattori che rendessero i pazienti più o meno inclini a partecipare a trattamenti cosmetici”.

Gli studi della ricercatrice hanno dunque cercato di mettere in evidenza la necessità, da parte del personale medico, di approfondire il rapporto dei loro pazienti con i social media per identificare in che misura questi strumenti online fossero stati i reali fattori che li avevano portati a sottoporsi a un intervento. Vashi, a riguardo, ha aggiunto: “La qualità dell’assistenza inizia con la qualità delle conversazioni, e speriamo che questo studio incoraggi i professionisti a chiedere informazioni su tutti gli aspetti della vita di un paziente per comprendere meglio le sue motivazioni e gli obiettivi di cura”.

L’illusione della perfezione

La cultura dei filtri ha spostato i confini della bellezza verso standard irrealistici, in cui non ci sono rughe, segni d’espressione o imperfezioni. In un contesto in cui l’apparenza perfetta è costantemente messa in mostra, non sorprende che molti inizino a confrontare la propria immagine reale con quella ideale proposta dai filtri e a quella dei vip, noti per apparire sempre in modo impeccabile. Questa dissonanza tra ciò che si vede allo specchio, ciò che appare sullo schermo e ciò che si è nella realtà può generare ansia, bassa autostima, e un senso di inadeguatezza generale.

In passato, la dismorfia corporea era principalmente legata a modelli estetici proposti dai media tradizionali, come riviste e televisioni. Oggi, tuttavia, la diffusione dei social media ha democratizzato e reso più pervasivi questi ideali di bellezza, portando gli utenti a confrontarsi quotidianamente con una versione perfezionata di sé stessi. Questo può avere un impatto negativo sulla salute mentale, portando alcuni individui a cercare per l’appunto soluzioni permanenti attraverso interventi estetici.

Come risolvere problemi simili? Il primo step è ammettere a sé stessi di vivere un disagio che va oltre il semplice fastidio. Se la sensazione di malessere dovesse compromettere seriamente la propria qualità di vita la cosa migliore da fare è affidarsi alle cure di un psicologo o psicoterapeuta esperto.