Perché camminare all'indietro fa bene alla salute e al cervello: i segreti del ‘retro walking’

Lo sanno bene i bambini che lo fanno giocando. Ora la scienza ha scoperto che può essere un vero toccasana per mente e corpo: aumenta la memoria, aiuta ad alleviare il dolore cronico

di MARINA SANTIN
31 gennaio 2025
Camminare all'indietro fa bene alla salute

Camminare all'indietro fa bene alla salute

Camminare, il gesto forse più naturale per tutti noi, è un toccasana per la salute. Si sa. Ma c’è qualcosa di meglio che possiamo fare per il nostro benessere: camminare all’indietro. Difficile ammetterlo, ma i gamberi, gli unici animali che si spostano muovendosi al contrario, hanno capito tutto e molto prima di noi. E inconsciamente, anche i bambini, che lo fanno per gioco o per fare arrabbiare gli adulti.

Può sembrare strano ma la camminata all’indietro – nota come Retro Walking o Backward Walking proprio per i movimenti insoliti che bisogna compiere per praticarla – ha effetti benefici, sia sul corpo che sulla mente ed è un ottimo allenamento. E la Bbc ci ha fatto anche un podcast.

Perché camminare all’indietro fa bene

Innanzitutto, rispetto alla camminata classica, quella all’indietro riduce il carico sulle articolazioni e, quindi, lo stress sulle ginocchia e sulle anche. Si rivela così di aiuto per alleviare il dolore cronico o derivante da problemi articolari e per contrastare la disabilità funzionale, migliorando al tempo stesso la forza e la mobilità del quadricipite.

Il retro walking, attiva muscoli diversi rispetto a quelli che si utilizzano per camminare in avanti, in particolare, stimola con maggiore incisività i muscoli del retro della coscia (come il bicipite femorale, il semimembranoso e il semitendinoso), i glutei e il vasto mediale del quadricipite che si inserisce nella rotula ed è fondamentale per la stabilità del ginocchio.

Tutta la muscolatura degli arti inferiori viene però rinforzata, un aspetto fondamentale che permette di correggere la postura e di incrementare la flessibilità diminuendo il rischio di cadute accidentali. Inoltre, migliora l’equilibrio e la coordinazione.

Attiva meccanismi cerebrali importanti 

Il non vedere il terreno sul quale ci si sposta, attiva muscoli e meccanismi cerebrali che solitamente non vengono coinvolti durante la camminata normale. Questo fa sì che, in primis, migliori la prorioceziome, la capacità di percepire il proprio corpo nello spazio, e di conseguenza, non solo l'equilibrio e la coordinazione dei movimenti, ma anche la memoria spaziale, ovvero l’abilità di immagazzinare informazioni visivo-spaziali.

Da non sottovalutare poi, che il backward walking permette un allenamento cardiovascolare più intenso rispetto alla camminata normale assicurando un maggiore dispendio calorico. Abbinato a un’alimentazione sana ed equilibrata si rivela quindi un alleato per dimagrire e mantenersi in forma.

E se i benefici sul corpo già bastano per convincersi a camminare in retromarcia, quelli sulla mente toglieranno ogni dubbio. Compiere un passo in avanti è un automatismo che si acquisisce già da bambini. Farlo all’indietro, invece, richiede concentrazione, attenzione, coordinazione e un impegno mentale costante che contribuiscono a migliorare le capacità cognitive e la memoria. Invertire il senso di marcia, innanzitutto, sollecita la mente a confrontarsi con un movimento che non le è familiare portandola a superare i suoi limiti motori. Inoltre, stimola la corteccia prefrontale, una regione del cervello coinvolta nel controllo motorio, nella pianificazione, nelle decisioni, nel problem solving e nella memoria.

Gli effetti sulla memoria

Recenti studi hanno dimostrato che i movimenti all'indietro, tra cui la camminata (ma anche guardare un video o ripetere un argomento che si è studiato al contrario) permettono di ricordare meglio fatti e nozioni, migliorando così le capacità mnemoniche. Infine, protegge dalle demenza senile.

Con l'avanzare dell'età, il cervello si riduce e la camminata, e in particolare quella all’indietro, si è rivelata utile per rallentare questo processo. Farlo con regolarità, attiva le aree cerebrali associate alla memoria e all'elaborazione delle informazioni, la corteccia prefrontale e l'ippocampo, aumentandone di conseguenza le dimensioni. A confermarlo, anche una ricerca pubblicata su ‘Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America’ (PNAS) i cui risultati hanno dimostrato che l'esercizio fisico aumenta il volume dell'ippocampo del 2%, invertendo la perdita di volume del cervello legata all'età di uno o due anni.

Come fare il backward walking

La camminata all'indietro è piuttosto semplice da imparare e può essere praticata ovunque, anche tutti i giorni. Meglio iniziare gradualmente, esercitandosi prima in casa, magari sfruttando le pareti come appoggio di sicurezza, per poi passare all’aperto, su un terreno non sconnesso e privo di ostacoli che rischiano di non essere visti, o in palestra, sul tapis roulant, iniziando a bassa velocità per poi aumentarla gradualmente con il tempo.

Un altro modo più soft e sicuro è utilizzare la cyclette o l'ellittica pedalando al contrario, ma in questo caso lo sforzo cerebrale sarà minore.