Cos’è il Brain Rot: come evitare il declino cognitivo nell’era dei social

Attenzione sull’impatto dell’iperconnessione sul nostro cervello. Uno psicologo americano dà alcuni consigli per ritrovare la calma e risvegliare la creatività

di Redazione Salus
18 gennaio 2025
Brain rot, il declino cognitico dovuta all'iperconnessione

Brain rot, il declino cognitico dovuta all'iperconnessione

I social media, Internet e, sempre più, l’intelligenza artificiale stanno i nostri pensieri e le nostre idee molto più di quanto si possa credere. Siamo continuamente esposti a una valanga di stimoli, e spesso cadiamo vittime di un uso compulsivo di questi strumenti. Un ritmo incessante che ci ha quasi privati della possibilità e della capacità di annoiarci: quei momenti di “vuoto” mentale che, paradossalmente, invece, sono essenziali per liberare la mente, elaborare gli input ricevuti e dare spazio alla creatività.

Cos’è il Brain Rot

Non è dunque un caso che l’espressione Brain Rot, tradotta letteralmente come “marciume cerebrale”, sia stata eletta come l’Oxford Word of the Year per il 2024 dall’omonima università inglese. La definizione risale al 1854, quando fu coniata da Henry David Thoreau per descrivere il declino intellettuale causato dalla mancanza di stimoli complessi. Nel contesto moderno, questo concetto si è evoluto per riflettere l’effetto dello scrolling digitale compulsivo (lo scorrimento delle bacheche social e di altri contenuti sullo schermo dello smartphone) e dell’esposizione continua a contenuti superficiali, che minano la concentrazione e il pensiero critico.

La ‘dieta social’

Su ‘Forbes’ Mark Travers, psicologo americano e Ph.D., ha dato alcuni suggerimenti per contrastare il fenomeno. Proprio come il corpo beneficia di una dieta equilibrata per la salute fisica, anche la mente prospera grazie alla qualità delle informazioni che si assorbono. È importante prendersi cura del “menù mentale” per prendere il controllo delle abitudini digitali. Per esempio è utile esaminare gli account, i video o gli articoli con cui si interagisce maggiormente. È importante chiedersi se questi contenuti energizzano e motivano, oppure lasciano un senso di stanchezza o negatività, e quindi fare un’attenta selezione in base a quei feedback.

Piramide dei contenuti e regola 80/20

L’esperto consiglia anche di costruire una piramide dei contenuti: “La base dovrebbe essere formata da materiali educativi e stimolanti. A un livello superiore si possono includere contenuti più leggeri, ma arricchenti, come documentari o narrazioni creative. In vetta si riservano momenti occasionali per contenuti leggeri, come meme o video virali”. Spiega ancora Travers: “Questo schema aiuta a garantire che il consumo di contenuti supporti la crescita invece di occupare semplicemente il tempo”. Un altro suggerimento è seguire la regola ‘80/20’: “L’80% del tempo davanti allo schermo dovrebbe essere dedicato a contenuti significativi e stimolanti, mentre il restante 20% può essere impiegato in svago leggero. Un simile approccio permette di rilassarsi mantenendo l’attenzione su contenuti che offrono valore a lungo termine”.

Igiene digitale

Quella che Travers considera come igiene digitale consiste nell’impostare confini chiari che permettano di utilizzare la tecnologia come strumento produttivo e di connessione, senza lasciare che prenda il sopravvento sulla vita reale. Si può praticare prevedendo limiti di tempo per ridurre l’uso eccessivo di app e dispositivi mobili e stabilendo qualche ora senza tecnologia, dedicandosi ad attività come mindfulness, scrittura o esercizio fisico al mattino e serate rilassanti lontano dagli schermi per favorire il riposo notturno. Quando si lavora, sarebbe opportuno evitare distrazioni inutili e disattivare le notifiche.

Riscoprire l’analogico

Afferma infine Travers: “Le attività analogiche ci radicano nel presente e contrastano la fatica mentale derivante dall’uso continuo del digitale”. Lo psicologo, pertanto, consiglia di riscoprire hobby come giardinaggio, pittura, bricolage o suonare uno strumento per stimolare la creatività e staccare la spina dai doveri quotidiani. “Ma anche dare priorità ai legami reali, dedicando tempo a conversazioni sincere, serate in famiglia o partecipando a gruppi di comunità. Immergersi nella natura, con passeggiate nel parco o escursioni nei boschi, aiuta a ridurre lo stress e potenziare le funzioni cognitive”, aggiunge l’esperto. Per ritrovare momenti di calma e riflessione basta anche scrivere a mano un diario, concedersi una pausa e bere un caffè in santa pace o leggere un libro cartaceo.

Migliorare la concentrazione

Dopo aver fruito di contenuti molto leggeri e superficiali, sarebbe opportuno dedicarsi ad attività stimolanti come leggere un articolo complesso o seguire un corso professionale. Potrebbe essere utile anche alternare attività intellettuali leggendo analisi approfondite o ascoltando podcast stimolanti, e poi passando a compiti come scrivere report concisi. È importante tenere in allenamento anche la capacità riflessiva, lasciandosi andare ogni tanto a ragionamenti articolati e complessi che aiutino ad affinare la memoria e ad approfondire il pensiero.