Blue zone, il paradiso degli ultracentenari

Dal Costa Rica al Giappone, sono cinque le aree nel mondo dove le persone vivono a lungo, in salute e felicemente: ecco perché

di LETIZIA MUGNAINI
16 settembre 2024
Longevità felice

Le sane abitudini di camminare dopo pranzo e di andare a letto presto, dopo una cena leggera, sono quelle che garantirebbero lunga vita a uomini e donne. I segreti della longevità sono raccontati da una docuserie di Netflix, “Zone Blu, i segreti della longevità“, dove vengono raccontate le abitudini, anche alimentari, di alcuni ultracentenari nel mondo. Fra loro non si conoscono e apparentemente non hanno nulla in comune, eppure il contadino ultracentenario che vive sulle montagne della Sardegna è più simile di quanto si possa pensare all’ultracentenario pescatore che vive in Costa Rica. Tutti loro vivono nelle “zone blue“, regioni nel mondo in cui non c’è fretta di morire.

Dove sono questi luoghi nei quali si vive a lungo? Sono cinque nel mondo e precisamente la penisola di Nicoya in Costa Rica, l’isola giapponese di Okinawa, la città americana di Loma Linda, un villaggio in Grecia e uno in Sardegna, nell’Ogliastra. Il nome deriva dal fatto che i ricercatori, che hanno studiato il fenomeno, hanno cerchiato questi centri sulla cartina con la penna blu. Da qui il termine “blue zone“. Nessuno di questi posti è l’Eden in terra, eppure in tutti pare che il tempo si sia fermato. I ritmi sono quelli di un paio di secoli fa, le fonti di stress sono ridotte a zero.

Cosa hanno in comune gli ultracentenari sardi e quelli di Okinawa, in Giappone? Una alimentazione sana, ma anche tante relazioni sociali, semplici e un ritmo di vita che è scandito dal lavoro fisico, quindi molta attività per il corpo e per la mente: da lunghe passeggiate in percorsi senza inquinamento a diete locali ricche di frutta, verdura, cibi con molto magnesio, calcio e vitamine.

Frutta e cereali. Nel caso della penisola di Nicoya, in Costa Rica, il cibo è genuino, ricco di cereali e frutta tropicale. E gli ultracentenari si nutrono per lo più di questo cibo. Quasi tutti raccontano di mangiare pochissimo a cena. L’isola greca di Ikaria, al centro del Mar Egeo, è un luogo dal clima mite, lontano da fonti di stress e di inquinamento. Lo stesso si può dire per tutte le altre zone blu, dove la geografia dei posti impone un’attività fisica spontanea quotidiana, ma anche rapporti sociali stretti. Come se le comunità si autoaiutassero e contemporaneamente si difendessero da nemici esterni, quali stress e inquinamento.

Abbiamo quindi scoperto l’elisir di lunga vita? Non proprio, anche se le buone abitudini si possono insegnare a tutti. Nel 2009, Dan Buettner ha applicato le sue conoscenze sullo stile di vita delle zone blu ad Albert Lea, una comunità di 20mila abitanti negli Stati Uniti, in Minnesota. L’aspettativa di vita è aumentata e, se fosse misurabile, pare anche la felicità.

Sardegna una storia tutta italiana

Sono più di 600 gli ultracentenari che vivono da sempre in Sardegna. Il loro segreto? Bere molto, mangiare cibi sani, a “metro zero“, cioè, presi direttamente dai campi. E ancora: tra le abitudini degli ultracentenari sardi c’è quello di non farsi mancare un bicchiere di vino, camminare tanto ed evitare le fonti di stress. Sorge, dunque un dubbio: e se alla fine avessero ragione loro, i nostri nonni, tanto più gli ultracentenari della Gallura, nel fare una vita più riservata, senza cibi ultraprocessati e nel rispetto alla natura? La prova viene, appunto, dalla Sardegna, dove si trova una delle “blue zone“, e dove gran parte della popolazione supera allegramente i cent’anni.

Uomini e donne in alcune comunità sono entrati nella quarta età e pare che si stiano benissimo. Si tratta di un’area particolare della Sardegna, quella tra la Barbagia e l’Ogliastra. È un territorio di rara bellezza, con la più alta percentuale di centenari nel mondo. L’elisir di lunga vita sembra essere un mix di cibo contadino, come zuppa di legumi la sera, poche proteine, molto lavoro, quindi allenamento costante, e soprattutto niente stress e zero “junk food“. Tra i villaggi più remoti di montagna, infatti, nella provincia di Nuoro, il ritmo della vita sembra essere quello di un paio di secoli fa. L’aria è pulita, la natura appare ancora come incontaminata e le fonti di stress sembrano non esserci. Gli anziani del luogo non si fanno mai mancare pane, formaggio e un bicchiere di vino rosso al pasto. Più ancora del cibo, sembra però che influisca lo stile di vita, rilassato, informale, fatto di lunghe passeggiate su e giù per stradine strette e ombrose. E con una cerchia sociale di supporto.