Amore protetto per rimanere sani
Malattie sessualmente trasmissibili, come evitarle. I consigli della ginecologa Roberta Daccò (Cdi)
“Un ragazzo incontra una ragazza, le labbra sulle labbra. Poi che succederà?”. Lo cantano The Kolors, ma non è solo un tormentone musicale estivo. Rappresenta la voglia di vivere dei giovani. E non solo. Ma talvolta le nuove avventure hanno “effetti collaterali” spiacevoli. Non ci riferiamo ai cuori spezzati, ma alle infezioni sessualmente trasmesse. Ne parliamo con Roberta Daccò, coordinatrice del Servizio di Ginecologia e Ostetricia del Centro Diagnostico Italiano (Cdi).
Che impatto hanno le infezioni sessualmente trasmissibili sulla popolazione? Dobbiamo preoccuparcene?
«Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, queste malattie sono in aumento tra i giovani under 30, sia maschi che femmine. Spesso le persone con un’infezione sessualmente trasmissibile non hanno sintomi, quindi possono diffonderla inconsapevolmente ai partner con rapporti sessuali non protetti dal preservativo».
Quali sono gli agenti patogeni che possono minacciare la nostra salute?
«Oggi si conoscono oltre 30 diversi microrganismi tra batteri, virus, protozoi e parassiti, responsabili di infezioni sessualmente trasmesse. Le infezioni batteriche più comuni sono la clamidia, la gonorrea e la sifilide. Quelle di origine virale: l’herpes genitale, l’HPV (Papillomavirus umano), le epatiti e l’HIV (virus dell’immunodeficienza umana). Quelle causate da protozoi: la Trichomonas vaginalis. E tra i parassiti: le piattole (pediculosi del pube)».
Come avviene il contagio?
«Attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale non protetto (vaginale, anale, orale), tramite i liquidi organici infetti (sperma e secrezioni) o con il contatto diretto della pelle nella zona genitale, delle mucose genitali, anali e della bocca. In alcuni casi (HIV, HBV, HCV, sifilide) la trasmissione può avvenire attraverso il sangue, come nel caso di ferite aperte, con lo scambio di siringhe e con piercing e tatuaggi eseguiti in condizioni non sterili».
Quando compaiono, quali sono i sintomi?
«Dolore o bruciore alla minzione, secrezioni dal pene o perdite vaginali, piaghe sui genitali, nella zona rettale o nella zona orale, rash cutanei, dolori pelvici, ingrossamento dei linfonodi e stati febbrili. Ma i sintomi possono comparire, a seconda del tipo di infezione, da alcuni giorni ad alcuni anni dopo la trasmissione. Il rischio delle infezioni silenti è l’alterazione funzionale di alcuni organi come nel caso dei danni a carico delle tube da parte della clamidia, con la conseguente infertilità».
Come fare diagnosi e quali i rimedi?
«La diagnosi rapida è importante, sia per impostare la giusta terapia, sia per prevenire le possibili complicanze. Quindi in caso di qualunque dubbio è bene rivolgersi subito a uno specialista che potrà prescrivere esami del sangue e di laboratorio».
Un consiglio?
«Semplice: proteggersi sempre con il preservativo e limitare il numero dei partner. Non dà la sicurezza assoluta, ma certamente aiuta».