Allattamento al seno, una poppata per la vita

Ogni anno, dall’1 al 7 agosto, si celebra la settimana internazionale dell’allattamento al seno per sensibilizzare la popolazione sull’importanza del latte materno

di Redazione Salus
1 agosto 2024
Mother breastfeeding and hugging newborn baby

Per i bambini, avere la possibilità di nutrirsi con il latte materno non dovrebbe essere una fortuna o un privilegio, ma piuttosto un diritto. Come evidenziato anche dagli esperti del Ministero della Sanità italiano, è altrettanto un diritto delle giovani madri quello di essere sostenute nella realizzazione del loro desiderio di allattare. Ogni anno, questi e molti altri temi sono al centro della settimana internazionale dell’allattamento al seno, un’opportunità in più di riflessione su un tema molto caro a chi ha da poco messo al mondo un nuovo essere umano.

 

Latte materno

Il latte materno fornisce gli anticorpi che aiutano a proteggere il neonato da infezioni e malattie, riducendo il rischio di otiti, infezioni respiratorie, diarrea e altre patologie. Si tratta di una soluzione più facilmente digeribile rispetto al latte artificiale e che riduce problemi come coliche, stitichezza e diarrea. Inoltre promuove un forte legame emotivo tra madre e bambino, grazie al contatto fisico e alla vicinanza durante l’allattamento: quest’ultimo punto in particolare rappresenta un elemento da non sottovalutare se si prende in considerazione il benessere psicofisico della madre del neonato.

 

Le linee guida

La comunità scientifica è allineata rispetto al fatto che il latte materno fornisca tutti i nutrienti necessari nei primi sei mesi di vita del neonato. Ma non solo. Il processo stesso dell’allattamento al seno apporta benefici di varia natura anche alla madre del piccolo, per quanto possa essere impegnativo. I vantaggi per la salute del bambino e della madre sono inoltre destinati a perdurare nel corso degli anni successivi alla nascita del bebé e rendono di conseguenza la protezione, la promozione e il sostegno dell’allattamento uno degli interventi di salute pubblica più importanti in termini rapporto costi-benefici e di efficacia generale.

 

In linea generale, le autorità competenti invitano le madri a proseguire con l’allattamento esclusivo al seno fino ad almeno sei mesi di vita del bambino ed eventualmente anche oltre l’anno di vita (in conformità con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) se associato ad un’adeguata alimentazione complementare.

 

A livello internazionale, l’UNICEF ha richiesto in questo contesto l’applicazione di politiche che sostengono l’allattamento al seno sul posto di lavoro, come la fornitura di un congedo materno adeguato e di un congedo parentale retribuito. Le madri che allattano dovrebbero ricevere pause adeguate per l’allattamento, strutture sul luogo di lavoro e supporto costante.

 

Consigli preziosi

La settimana internazionale dell’allattamento è altresì un’occasione per aggiornarsi rispetto alle buone pratiche da seguire al momento dell’allattamento ma anche nei mesi precedenti al parto, in modo tale da nutrire il proprio figlio senza stress eccessivi.

 

Una prima fase di avvicinamento al tema dovrebbe essere già inclusa nei corsi pre-parto ed eventualmente anche durante le visite ginecologiche: gli esperti dovrebbero infatti preparare le donne al momento in cui il bambino inizierà a nutrirsi dal capezzolo materno anche per evitare inconvenienti e dolori, che spesso fanno parte del processo.

 

È inoltre fondamentale ricordare alle madri che, nelle primissime fasi dell’infanzia, il latte materno è tutto ciò di cui il bambino avrà bisogno e non sarà dunque necessario fino allo svezzamento, salvo parere medico contrario, somministrargli né acqua né alcun altro tipo di alimento. Il Ministero, inoltre, disincentiva per quanto possibile il ricorso a tettarelle artificiali, biberon o succhiotti.