Abusiamo delle creme antibiotiche, così diventano meno efficaci

In Italia utilizzati oltre 278 milioni di dosi all’anno. Per ferite e ustioni lievi spesso sarebbe sufficiente un antisettico

di Redazione Salus
17 giugno 2024
Caucasic man feeling elbow with visible skin eruption due to monkey pox

I dermatologi lanciano l’allarme sull’abuso di creme antibiotiche: in Italia ogni anno ne vengono consumati oltre 278 milioni di dosi, di cui oltre 168 milioni riguardano il consumo della sola gentamicina, anche associata al cortisone. Non è difficile capire perché le infezioni cutanee resistenti sono in aumento di 1/3. Per questo, con il primo documento di indirizzo sul corretto impiego degli antibiotici per ridurre la probabilità di insorgenza dell’antibiotico-resistenza in dermatologia, gli esperti raccomandano l’uso di antisettici al posto degli antibiotici per ferite e ustioni lievi.

 

Tra i più indicati dagli specialisti, in accordo con le evidenze scientifiche più recenti, la clorexidina e l’estratto del grano con poliesanide, un potente antisettico particolarmente efficace nel riparare le ferite e in grado di ridurre il rischio di infezioni. «Il ricorso massiccio e improprio alla terapia antibiotica locale anche per le infezioni cutanee superficiali, non soltanto è inefficace, perché ferite e ustioni lievi sono contaminate da una molteplicità di microrganismi refrattari all’azione specifica dell’antibiotico, ma ha anche ridotto di un terzo la sensibilità agli antibiotici comuni più utilizzati come, ad esempio, la gentamicina – spiega Giuseppe Argenziano, presidente SIDeMaST e direttore della Clinica Dermatologica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli –. Recenti studi, su ceppi di Staphylococcus aureus, il batterio coinvolto nel circa 40% dei casi di infezione batterica cutanea, hanno mostrato un tasso crescente di resistenza agli antibiotici topici più utilizzati, in particolare, la gentamicina». Non è l’unico effetto negativo, avverte Stefano Veraldi, professore di Dermatologia e Venereologia presso l’Università di Milano Bicocca: «Per esempio, curare l’acne in maniera sbagliata può non solo peggiorare la patologia stessa, ma anche determinare l’insorgere di problematiche importanti, quali l’antibiotico-resistenza sistemica, che può rappresentare un pericolo anche per future terapie. L’uso fai-da-te degli antibiotici topici è quindi un errore che si può intensificare con l’estate, durante le vacanze, che portano a una vita più attiva e all’aperto, spesso meno protetti dai vestiti, in cui può capitare di subire punture d’insetto, piccole ferite come tagli, lesioni da trauma o ustioni lievi causate dall’esposizione al sole». «L’aumento dell’antibiotico-resistenza topica è il prezzo che si paga per le troppe prescrizioni delle creme antibiotiche da parte degli specialisti, anche per infezioni superficiali», dichiara Giuseppe Micali, direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Catania, tra gli esperti del documento di indirizzo e autore di uno studio condotto su 1500 specialisti: è emerso che circa 7 specialisti su 10 usano di routine antibiotici topici e solo il 20% prescrive trattamenti idratanti e riepitelizzanti.

 

«In accordo con le evidenze scientifiche più recenti, il documento di indirizzo sottolinea la necessità di ricorrere all’utilizzo esclusivo di antisettici, sotto forma di creme, garze o cerotti – spiega Maria Rita Nasca, tra i coautori del documento e dermatologa presso la Clinica Dermatologica dell’Università di Catania –. Il ricorso all’antibiotico topico deve invece, oggi, essere limitato a specifiche circostanze, come l’insorgenza di segni evidenti di infezione locale o sistemica, quali stati febbrili, o in presenza di pazienti immunodepressi o con diabete». «Abbiamo a disposizione diversi antisettici efficaci e ad ampio spettro che agiscono velocemente a basse concentrazioni, come la clorexidina, ma primo fra tutti l’estratto del grano con poliesanide che, oltre ad essere particolarmente in grado di ridurre il rischio di infezioni senza esporre al pericolo di resistenza batterica, hanno dimostrato una elevata efficacia nel promuovere la riparazione delle ferite», aggiunge Pietro Rubegni, professore ordinario di Dermatologia e direttore presso il Dipartimento di Dermatologia dell’Università degli Studi di Siena, tra i coautori dell’expert opinion. «Per l’Italia serve una maggiore sensibilizzazione al fine di evitare l’uso indiscriminato degli antibiotici in ambito dermatologico. In caso contrario ci troveremo di fronte a una emergenza nella cura delle infezioni cutanee», conclude Argenziano.