Onnivori o vegetariani? La scelta dipende anche dal Dna

In futuro si potranno formulare diete personalizzate su basi razionali, tenendo conto delle informazioni scritte nei geni

di Redazione Salus
29 ottobre 2023

La scelta di diventare vegetariani è personale e può scattare in qualunque momento della propria esistenza. Le ragioni di questa scelta sono spesso determinate da più fattori concomitanti. Uno studio innovativo pubblicato di recente su PLOS One suggerisce che la scelta di convertirsi da onnivori a vegetariani potrebbe dipendere anche da geni specifici del Dna. 

 

Genetica

Molte persone decidono di rinunciare alla carne per una motivazione etica (rispettare il benessere degli animali), altri per ragioni ecologiche (ridimensionare gli allevamenti per rispettare l’ambiente). Altri ancora possono rinunciare alle proteine animali per motivi dietetici. In alcune tradizioni religiose e culturali, poi, il vegetarianismo è una pratica ascetica o un precetto religioso che sconfina nel digiuno e nella astinenza dalle carni.

 

Una nuova ricerca suggerisce che adottare una dieta vegetariana potrebbe essere una scelta volontaria in qualche modo influenzata dal Dna. “Il nostro studio dimostra che la genetica gioca un ruolo significativo nel vegetarianismo. E che alcune persone potrebbero essere geneticamente predisposte a una dieta vegetariana più di altre”, ha dichiarato Nabeel Yaseen, professore emerito di patologia presso la Northwestern University’s Feinberg School of Medicine e autore principale dell’indagine.

 

Lipidi 

Nello specifico, gli studiosi hanno individuato 3 geni che risultano strettamente associati al vegetarianesimo e altri 31 potenzialmente associati a questo stile alimentare. In base a un’analisi genetica, i ricercatori hanno osservato che i vegetariani coinvolti nello studio erano più inclini a possedere diverse varianti di questi geni rispetto ai non vegetariani. L’ipotesi formulata è che l’orientamento potrebbe risiedere nelle diverse modalità con cui si metabolizzano i lipidi, ovvero i grassi. I prodotti dell’orto e le carni differiscono per quanto riguarda le composizioni dei lipidi. Dunque, come ha spiegato Yaseen, ciò potrebbe spiegare certe preferenze a tavola. Non solo. “Un’elevata percentuale di persone che si autodefiniscono vegetariane in realtà scopre di consumare proteine animali”, ha aggiunto l’esperto. 

 

Personalizzazione

“Lo studio evidenzia la complessa connessione tra i geni e le scelte alimentari, suggerisce che in futuro si potrebbe arrivare a formulare diete personalizzate su basi razionali, tenendo conto delle informazioni scritte nei geni”, ha commentato José Ordovás, professore di nutrizione e genetica presso la Tufts University nel Massachusetts.

 

In Francia intanto è partita una sperimentazione destinata a fare discutere: tutte le mense scolastiche, dalla scuola materna alle superiori, sono tenute a mettere in tavola, almeno una volta alla settimana, un menù vegetariano. Inoltre, il menù senza grassi saturi e senza proteine animali deve adottare un profilo dietetico che abbia valenza educativa, avvicinando le giovani generazioni alla conoscenza delle qualità nutrizionali dei prodotti vegetali senza pregiudizi.