La malva è troppo amara? Proviamo il carcadè
Entrambe hanno proprietà antiinfiammatorie, la seconda combatte la steatosi epatica
Buone notizie per tutti coloro che amano le terapie naturali. Abbiamo sempre parlato della malva come della pianta principe contro qualsiasi forma di infiammazione. Gli esempi sono numerosi: fare colluzioni con un decotto di malva per chi soffre di gengiviti o lesioni da ponti e dentiere è l’ideale, perché l’epitelio buccale offeso si ricostituisce lentamente portando a guarigione queste microlesioni. Ma la malva è utile anche nelle patologie gastrointestinali: tampona ad esempio i succhi gastrici in eccesso cosa utile a chi soffre di gastrite o reflusso gastroesofageo. E nel tratto intestinale la malva si comporta come una “ramazza” visto che svolge egregiamente il compito di allontanare le cellule strane dal nostro colon il tutto grazie anche ad una delicata funzione di lassativo naturale.
C’è un unico problema: le tisane di malva non hanno un buon sapore. Ecco l’alternativa: sostituire la malva con un’altra Malvacea: il carcadè, pianta che secondo recenti studi, ha addirittura dei meriti in più: quello di essere utile anche contro la steatosi epatica (più nota a come ’fegato grasso’), patologia molto frequente negli over 50.