La dieta del piatto unico: i benefici e le accortezze
Il regime alimentare può rivelarsi certamente utile ma presenta comunque alcune importanti controindicazioni
La perdita di peso, soprattutto se in tempi rapidi, è un sogno che in molti covano ma che, spesso, comporta una discreta dose di pazienza. Basti pensare che secondo The Independent Pharmacy, per esempio, la quantità di grasso corporeo che è possibile eliminare in maniera salutare e senza rischi a settimana corrisponde a circa 500 grammi.
Si tratta di una quantità moderata e che non permette di evidenziare nell’immediato risultati rilevanti, per cui, come recita il detto, è cruciale ricordare che “la calma è la virtù dei forti”. Ci sono però anche opzioni controllate che possono aiutare a far scendere rapidamente l’ago della bilancia: è il caso della dieta del piatto unico.
Una dieta “a scadenza”
Il trucco per vivere una vita sana e garantirsi il massimo dei benefici fisici è variegare la propria alimentazione, selezionando cibi diversi che possano garantire quotidianamente un giusto apporto di tutti i macronutrienti essenziali (carboidrati, grassi e proteine). Nulla vieta, in ogni caso, di affidarsi ad un’unica soluzione per un periodo di tempo limitato, come per l’appunto nel caso della dieta del piatto unico.
La dieta consiste infatti nel mangiare, sia a pranzo che a cena, un pasto unico, ricco ma perfettamente bilanciato. Può trattarsi di una soluzione utile per chi vuole dimagrire in tempi stretti ma che per qualche impedimento esterno spesso non riesce a mantenere uno stile alimentare corretto.
Un esempio è rappresentato dai lavoratori che sono sovente fuori per lavoro, che in questo caso possono prendere in considerazione la possibilità di portare con sé un pasto direttamente da casa. La dieta è di per sé leggera e facile da seguire. L’unica reale accortezza da avere riguarda il conteggio calorico: attenzione, dunque, a non limitare troppo l’apporto di calorie, il che potrebbe comportare tra le altre cose una mancanza di energie durante la giornata.
Non si tratta, per il resto, di un’invenzione spuntata fuori dal nulla. Al contrario, la dieta del piatto unico è un regime alimentare messo a punto dagli esperti nutrizionisti della Harvard School of Public Health che hanno attentamente studiato e ideato questo regime alimentare per aiutare i pazienti a trarne i maggiori benefici possibili.
Come funziona
Si prenda ora in considerazione una ricetta ideale per un piatto unico che potrà essere consumato per qualche giorno, fino al raggiungimento dell’obiettivo che ci si è prefissati.
La classica insalatona può essere una soluzione perfetta: nel piatto si potranno così aggiungere della lattuga o della rucola a volontà (fonte di fibre e vitamine) accompagnata da una risorsa proteica (ad esempio delle uova, o dei fagioli o altri legumi) e dei grassi, come il classico filo d’olio. È necessario fare attenzione al quantitativo di sale che si andrà ad aggiungere: secondo le linee guida degli esperti dell’OMS, infatti, se ne dovrebbe consumare al massimo cinque grammi al giorno, corrispondenti ad un cucchiaino da tè raso. Chi vuole aggiungere un po’ di sapore in più, in ogni caso, ha il via libera per quanto riguarda le spezie: origano, curcuma, zenzero sono tutte opzioni altrettanto valide.
In generale, il piatto ideale in questo senso dovrebbe includere per metà della frutta e della verdura di stagione, per l’altra metà cereali integrali e proteine. Si ricordi, tra l’altro, che i vegetali aiutano a saziare pur presentando, in generale, un apporto di calorie molto limitato.