Giornata mondiale del caffè, tazzina alleata della salute? "Solo se è di qualità"

Il caffè che fa bene: come riconoscerlo in tre sorsi. A spiegarlo è Francesco Sanapo, esperto barista e fondatore di Ditta Artigianale, premiata dalla Guida Bar d’Italia 2025 del Gambero Rosso

di MONICA GUERCI
1 ottobre 2024

Il caffè è una delle bevande più amate dagli italiani e, secondo nuovi studi, offre numerosi benefici grazie ai suoi composti antiossidanti e antinfiammatori. Aiuta a mantenere la pressione bassa, supporta il cuore e il sistema cardiovascolare, controlla i livelli di colesterolo e contrasta temporaneamente la stanchezza, agendo anche come blando antidolorifico. Ma come riconoscere un caffè di qualità? In occasione della Giornata Mondiale del Caffè, ne parliamo con Francesco Sanapo (nella foto con Patrick Hoffer), esperto barista, pluricampione e fondatore di Ditta Artigianale, una delle principali torrefazioni ‘specialty’ in Italia, premiata con Tre Chicchi e Tre Tazzine dalla Guida Bar d’Italia 2025 del Gambero Rosso.

 

La qualità del caffè e i suoi benefici per la salute

 

“Un buon caffè si riconosce dalla materia prima. Il caffè è un prodotto agricolo, ma spesso questo aspetto viene trascurato. Quando si considera il caffè come un frutto, si comprende l’importanza della raccolta manuale, selezionando i chicchi dall’albero nel momento ottimale di maturazione. Se raccolto a terra, il caffè può essere contaminato da muffe o ocratossine dannose per l’uomo. Un caffè ben selezionato e trattato con attenzione alla qualità è alla base di un prodotto che non solo ha un ottimo sapore, ma è anche salutare”.

 

Un percorso che coinvolge tutta la filiera

 

“Tracciabilità, origine e certificazioni sono fondamentali per aiutare il consumatore a orientarsi. La dolcezza del caffè dipende dalla raccolta della ciliegia al momento giusto e da una tostatura che esalti gli aromi naturali del chicco. Questo processo non solo contribuisce al gusto, ma anche alla salute”.

 

Le vostre miscele seguono questi principi?

 

“La sostenibilità è il cuore della nostra azienda. Ogni anno viaggio per sei mesi alla ricerca di produttori che condividano la nostra dedizione per il caffè, garantendo che i processi produttivi rispettino l’ambiente e le comunità locali. Evitiamo lo sfruttamento del lavoro minorile e lavoriamo con fornitori che proteggono l’ecosistema. Questo ci porta a pagare il caffè cinque volte più del prezzo di mercato, ma lo facciamo per creare ricchezza e non povertà”.

 

Come riconoscere un buon caffè?

 

“Basta essere curiosi. Chiedete sempre da dove proviene il caffè e come è stato prodotto. Se il barista non sa rispondere, è meglio cercare altrove. La tracciabilità è cruciale: il caffè non dovrebbe essere avvolto nel mistero di miscele segrete.

 

Curiosità, tracciabilità e quanto zucchero?

 

“Per gustare il caffè non bisogna metterci zucchero. Lo zucchero altera il sapore. Un buon caffè sprigiona note di tostato, cioccolato o persino sentori floreali. Consiglio di dividere l’espresso in tre sorsi: il primo risveglia il palato con una piacevole acidità, il secondo esalta la dolcezza e la corposità, mentre l’ultimo lascia un retrogusto equilibrato. Se un caffè è troppo amaro o acido, vuol dire che c’è stato un errore nella tostatura o nella preparazione. Un espresso di qualità deve avere una crema elastica, color nocciola, e offrire una perfetta armonia di acidità, dolcezza e amarezza”.

 

Il caffè fa bene alla salute?

 

“Se il caffè è di qualità e preparato correttamente, sì, fa bene. Mantiene tutte le sue proprietà benefiche, mentre un caffè di scarsa qualità può essere bruciato o contaminato, influenzando negativamente sia il gusto sia la salute”.

 

Macchiato o nero?

 

“Se fatto con un buon latte, perché no? È una questione di gusti. Il caffè macchiato o il cappuccino sono bevande a base espresso che creano una combinazione unica di sapori, quasi come uno dei primi cocktail, ma senza alcol”.

 

Il bicchierino d’acqua: prima o dopo il caffè?

 

“Assolutamente prima! Dopo il caffè si preferisce mantenere quel gusto dolce e positivo. L’acqua dopo non è necessaria, a meno che non ci si ritrovi con la bocca asciutta o secca, il che potrebbe essere un segnale che il caffè non è di buona qualità, chi sente la necessità di bere dopo aver sorseggiato un espresso è perché ha bevuto una miscela scadente. Al contrario, un buon caffè lascia la bocca idratata grazie alle sue sostanze acidule e aumenta piacevolmente la salivazione”.

 

Un ultimo consiglio per una pausa caffè di qualità?

 

“Prendetevi tempo per la vostra pausa caffè. Cercate le botteghe artigiane che mettono passione e competenza nel loro lavoro. Troverete persone pronte a guidarvi verso un’esperienza che inizia lontano, nei paesi di origine del caffè, e finisce in una tazzina piena di gusto e che fa bene”.