Disturbi alimentari nei giovani: quali sono i fattori di rischio e come prevenirli
Uno studio pubblicato su Nature Mental Health ha seguito per quasi un decennio mille giovani da diversi Paesi europei. Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori
I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) colpiscono 55 milioni di persone nel mondo, di cui 3 milioni in Italia. Nel 2024, la percentuale di casi in Italia è salita dal 3,4% al 7,8%. Questi dati dimostrano quanto siano diffuse queste patologie, soprattutto tra i giovani, con un’età di esordio sempre più bassa, spesso già a 11 anni.
Sebbene i DCA siano riconoscibili per i cambiamenti fisici che comportano, le loro radici sono psicologiche. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Mental Health suggerisce che la genetica, le differenze nello sviluppo del cervello e la salute mentale durante l’adolescenza potrebbero spiegare perché alcuni giovani siano più vulnerabili a sviluppare disturbi alimentari come l'anoressia, la bulimia o il binge eating.
Studio sui fattori di rischio per i DCA
Lo studio ha seguito per quasi un decennio mille giovani da diversi paesi europei, sottoponendoli a test periodici e a risonanza magnetica all’età di 14 e 23 anni, esaminando i dati genetici, le abitudini alimentari e lo stato di salute e benessere.
All’età di 23 anni, i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi:
- Mangiatori sani (42%)
- Mangiatori restrittivi (33%) - limitavano il consumo di cibo per controllare il peso tramite diete o lassativi
- Mangiatori emotivi o incontrollati (25%) - si abbuffavano in risposta a sentimenti negativi
Si è scoperto che i quattordicenni con ansia, depressione o problemi di attenzione avevano maggiori probabilità di sviluppare abitudini alimentari non salutari entro i 23 anni. Inoltre, questi comportamenti erano associati all’obesità e al rischio genetico di un elevato indice di massa corporea (BMI).
Implicazioni per la prevenzione
I risultati sottolineano i benefici di un’educazione migliore per affrontare le abitudini alimentari non salutari e le strategie di ‘coping disadattive’. Sylvane Desrivières del King's College di Londra ha dichiarato che genitori, insegnanti e operatori sanitari devono prestare maggiore attenzione alle abitudini alimentari degli adolescenti e al ruolo del cervello nei DCA.
Le scansioni MRI hanno dimostrato che chi si alimentava in modo non salutare mostrava una maturazione cerebrale meno pronunciata e ritardata durante l'adolescenza. Xinyang Yu, primo autore dello studio, ha evidenziato il ruolo critico dello sviluppo cerebrale nella formazione delle abitudini alimentari, indipendentemente dal BMI.
L’impatto del cervello
Secondo i ricercatori del King's College, questo studio potrebbe portare alla creazione di nuovi strumenti per aiutare i giovani a rischio di DCA, consentendo l'identificazione dei soggetti a rischio prima che sviluppino abitudini scorrette. Il prof. Desrivières ha affermato che il prossimo passo sarà raccogliere ulteriori dati per capire l'impatto delle differenze nella maturazione cerebrale e nelle abitudini alimentari oltre i 20 anni, con implicazioni per la prevenzione dei DCA e il supporto alla salute cerebrale.