Dimagrire è anche una questione di testa
Gli scienziati di Cambridge hanno approfondito il ruolo dell’ipotalamo, una regione del cervello che appare diversa nelle persone in sovrappeso
Nell’altalena tra appetito e sazietà, il cervello gioca un ruolo cruciale, arbitro indiscusso delle pulsioni che ci spingono a consumare, per poi cercare inutilmente di dimagrire, soffrendo per le privazioni. Alle varie prove scientifiche sul ruolo del cervello nel regolare la condotta alimentare si aggiunge ora l’esito di una ricerca degli scienziati di Cambridge. Questi hanno evidenziato, in particolare, che l’ipotalamo, una regione chiave del cervello coinvolta nel controllo dell’appetito, prende una piega diversa nel cervello delle persone in sovrappeso e delle persone obese rispetto a quelle normopeso.
Sovrappeso e obesità
Le stime attuali suggeriscono che oltre 1,9 miliardi di persone in tutto il mondo sono sovrappeso o soffrono di obesità. Queste condizioni aumentano il rischio, per ciascun individuo, di sviluppare una serie di patologie tra cui il diabete di tipo 2, le malattie cardiache e quelle cerebrovascolari, il cancro e problemi mentali. Ci sono diversi fattori che influenzano quanto mangiamo e il tipo di cibo che scegliamo di assumere, per esempio la genetica, la regolazione ormonale e l’ambiente in cui viviamo, ma anche alcune strutture e regioni cerebrali.
L’ipotalamo
Sappiamo tantissime cose relative al funzionamento del nostro cervello come arbitro degli stimoli della fame, ma diverse ricerche effettuate perlopiù su modelli animali hanno dimostrato che l’ipotalamo, una piccola regione del cervello grande quanto una mandorla, dove si scaricano emozioni e mediatori ormonali, svolge una funzione chiave. L’ipotalamo è situato nella parte inferiore del cervello ed è una parte essenziale del sistema limbico. Gioca un ruolo cruciale nel funzionamento generale della fisiologia umana e nel mantenimento dell’equilibrio interno, con conseguenze sulla temperatura corporea, sull’idratazione, sull’appetito, sul sonno, nonché sulle reazioni allo stress e sul coordinamento del sistema endocrino.
Dimensioni diverse
Nel nuovo studio dei ricercatori di Cambridge pubblicato su Neuroimage: Clinical, il team ha scoperto che il volume complessivo dell’ipotalamo era significativamente maggiore nei gruppi di giovani adulti in sovrappeso e in quelli obesi, evidenziando una relazione significativa tra il volume dell’ipotalamo e l’indice di massa corporea (BMI). Le differenze volumetriche, in particolare, erano maggiori in quelle sotto-regioni dell’ipotalamo che controllano l’appetito attraverso il rilascio di ormoni per bilanciare la fame e la sazietà.
Cellule infiammate
Quello che sembra plausibile, per il momento, è che il cambiamento delle dimensioni dell’ipotalamo nei soggetti con un peso importante possa essere legato all’infiammazione delle cellule immunitarie cerebrali note come cellule gliali, che contribuiscono a molte funzioni vitali, tra cui il funzionamento del metabolismo. Negli ultimi anni, la ricerca ha evidenziato un collegamento tra sovrappeso, obesità e l’infiammazione cronica a livello cellulare, inclusa la potenziale partecipazione delle stesse cellule gliali.
Centro di controllo dell’appetito
La dottoressa Stephanie Brown, prima autrice dello studio, ha commentato: “Se ciò che vediamo nei modelli animali dovesse valere anche per le persone, allora dovremmo concludere che una dieta ricca di grassi è in grado di innescare un processo infiammatorio capace di condizionare il centro di controllo dell’appetito. Nel tempo, ciò cambierebbe la nostra capacità di percepire il segnare di stop, cioè quando abbiamo mangiato a sufficienza, e il modo in cui il metabolismo ormonale elabora gli zuccheri nel sangue, portandoci a prendere peso”.