Dieta salva-memoria, gli alimenti che risvegliano i ricordi

Tè, mele, frutti di bosco, ma anche olio d’oliva e caffè rafforzano le facoltà cognitive grazie a sostanze naturali chiamate flavanoli

di Redazione Salus
27 gennaio 2024
Human brain model and variety of healthy fresh food

Con il passare del tempo uno dei sintomi dell’invecchiamento, oltre a rughe, calo della vista e affaticamento fisico, solo per citarne alcuni, è il peggioramento della memoria. Tuttavia l’alimentazione può venirci incontro ed essere una valida alleata per contrastare questo effetto negativo. 

 

I benefici dei flavanoli

È quanto è stato evidenziato di recente in una nuova ricerca in base a cui tè, mele e frutti di bosco potrebbero prevenire la perdita di memoria legata all’età. Dallo studio, infatti, è emerso che in oltre tremila soggetti settantunenni coinvolti nell’indagine e che seguivano una dieta ricca di flavanoli, funzionava meglio la memoria dell’ippocampo, che comprende la creazione dei ricordi a breve termine. 

 

Cosa sono i flavanoli 

I flavanoli – sottoclasse dei flavonoidi – sono composti chimici naturali dalle proprietà antiossidanti, funzionali a migliorare la funzione vascolare e presenti soprattutto in piante e frutti come quelli indicati. Vengono definite sostanze “bioattive”: non sono essenziali, ma possono avere conseguenze positive sulla salute dell’organismo. 

 

Bastano 500 mg al giorno…

L’analisi citata, pubblicata sulla rivista statunitense ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’, ha suggerito che il consumo di un supplemento di 500 mg di flavanoli al giorno potrebbe invertire l’effetto negativo sulla funzione della memoria sortito da un basso apporto di questi componenti nelle persone anziane. 

 

… ma anche due tazze di tè al dì 

Bianco, nero o appartenente a un’altra varietà, poco importa: il tè fa bene alla salute. Berne due tazze al giorno o anche tre, infatti, sarebbe il metodo più semplice per assicurarsi la dose giornaliera raccomandata di flavanoli e aiuterebbe a proteggere gli organi vitali. È il risultato di un altro studio condotto dall’Università di Reading, come ha spiegato uno dei suoi autori principali, il professore Gunter Kuhnle. Una simile abitudine contribuirebbe ad aumentare la potenza cerebrale e proteggerebbe la memoria dal deterioramento dovuto al processo di invecchiamento. 

 

Mix mediterraneo 

La memoria, tuttavia, si può salvare e migliorare anche con i cibi della tradizione, per noi quello della dieta mediterranea. Lo ha dimostrato in particolare lo studio spagnolo PREDIMED (PREvencion con DIeta MEDiterranea), condotto da ricercatori iberici dell’università di Barcellona su circa cinquecento anziani ad alto rischio cardiovascolare. Quello che è stato dimostrato è che la dieta mediterranea migliora le capacità cerebrali

 

Il ruolo dei polifenoli 

Nello specifico le noci rendono più efficace la memoria che utilizziamo in ambito lavorativo. Il consumo (in modiche quantità) di vino rosso ha fatto ottenere ai partecipanti allo studio un punteggio migliore rispetto alle funzioni cognitive. L’olio d’oliva incrementa la memoria a breve termine e, grazie all’azione combinata con il caffè – se vogliamo, l’unico alimento non strettamente mediterraneo di questo novero – contribuisce a fissare i ricordi nel lungo periodo. Il merito sarebbe, in particolare, dei polifenoli presenti in tutti gli alimenti indicati: si tratta di sostanze naturali in cui rientrano gli stessi flavonoidi prima citati, ricchi di proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.