Come sono buone queste verdure!

Le strategie per insegnare ai bambini a mangiare cibi poco graditi. Il primo aiuto è un bel sorriso

di MADDALENA DE FRANCHIS
22 gennaio 2024
verdure

È uno degli ‘scogli’ notoriamente più difficili da superare per i genitori: convincere i figli a mangiare la verdura – persino, in molti casi, ad assaggiarla – ha tutta l’aria di essere un’impresa impossibile, almeno fino a quando quegli stessi bambini non saranno prossimi, in generale, all’età adulta. Solo una questione di gusti? Non esattamente. O meglio, non sempre.

 

Già, perché, a rendere poco attraenti i vegetali agli occhi dei più piccoli non sarebbe tanto il palato, quanto un condizionamento psicologico così potente da avere effetto anche sugli adulti. È ciò che suggerisce un interessante studio apparso, di recente, sulla rivista ‘Frontiers of Psichology’. Secondo lo studio, se si osserva qualcuno visibilmente disgustato dalle verdure, si finisce per provare lo stesso disgusto: una sorta di ‘contagio’ dei gusti a tavola che potrebbe spiegare, dunque, perché i bambini, mangiando assieme – ad esempio, nelle mense scolastiche – si influenzino vicendevolmente nel rifiuto di certi cibi.

 

Nella ricerca, condotta da Katie Edwards della Aston University di Birmingham (Uk), poco più di 200 giovani donne hanno guardato un video contenente clip di diversi adulti sconosciuti, intenti a consumare broccoli crudi. Gli individui mostravano espressioni facciali ora positive (sorrisi), ora neutre o negative (simili a disgusto). È emerso, dunque, che guardare individui che mangiano broccoli con espressioni facciali negative porta a una riduzione delle valutazioni di gradimento; mentre guardare gli altri mangiare una verdura cruda col sorriso non aumenterebbe il gradimento, né incentiverebbe il desiderio di mangiare verdure negli adulti. Secondo la ricercatrice, resta ancora molto da comprendere sull’interazione tra il godimento evidente e il gradimento del cibo. Lo studio appena pubblicato è infatti focalizzato sugli adulti ma, dato il potere delle espressioni facciali negative, tali risultati potrebbero facilmente estendersi ai più piccini. Questi ultimi, peraltro, tendono a essere già meno inclini a provare le verdure o i piatti preparati prevalentemente con ingredienti vegetali.

 

«Ad esempio, se un bambino vede i propri compagni storcere il naso o mostrare apertamente disgusto mentre mangiano verdure, ciò potrebbe avere ripercussioni negative sulla sua accettazione delle verdure», conclude Edwards. Qual è il segreto, dunque, per convincere i bambini a mangiare più verdure? Negli ultimi anni, diversi ricercatori si sono pronunciati sull’argomento, suggerendo metodi anche curiosi e, talvolta, ai limiti dello strampalato. Nel 2021, un gruppo di ricercatori della Penn State University (Pennsylvania, Usa) ha consigliato di raddoppiare le porzioni presenti nel piatto, poiché, «se il patto tra l’adulto e il bambino è quello di mangiare una parte del tutto, se aumenta il tutto, aumenta anche la parte», hanno dichiarato.

 

Gli sforzi per trovare il condimento perfetto, tale da confondere i sapori e ingolosire i palati più schizzinosi, sarebbero, al contrario, del tutto inutili. Aumentare le porzioni, quindi, con buona pace di chi si impegna, ogni giorno, per sensibilizzare le famiglie a ridurre lo spreco di cibo: questo sì, un vero flagello del nostro tempo. Nel 2022, un gruppo di studiosi dell’università di Maastricht (Olanda) ha invece sperimentato il metodo della ricompensa, che consiste nel dare un premio ai bambini ogni volta che assaggiano un bocconcino di verdure, aumentando, così, la loro disponibilità a testare le novità. Metodo stroncato senza appello da pediatri e psicologi di tutto il mondo, che invitano i genitori a proporre, piuttosto, verdure dolci e dal sapore più gradevole, come la zucca gialla. E sottolineano, infine, l’importanza del buon esempio a tavola.

 

Secondo Sara Boni, dietista del Prime Center di Cesena, l’innovativo centro multifunzionale dedicato alla prevenzione e alla medicina integrativa dello Ior-Istituto oncologico romagnolo, «un’alimentazione corretta fin dall’età pediatrica, che limiti il consumo di alimenti ultraprocessati e di quelli ricchi in grassi e zuccheri semplici e aumenti la quantità di verdura e di cibi contenenti fibre, contribuisce fortemente a prevenire le patologie cronico-degenerative».

 

Tra queste rientrano il diabete, le malattie metaboliche, le patologie cardiovascolari, quelle respiratorie croniche e i tumori. In particolare, ci sono prove evidenti che preferire i cereali integrali e introdurre fibre alimentari nella propria dieta protegge dal cancro del colon-retto e dai gravi rischi connessi ad aumento di peso, sovrappeso e obesità.