Banane e avocado, gli amici inattesi dei nostri polmoni

Non solo arance e vitamina C: per combattere gli stress respiratori questi due frutti sono utilissimi

di CIRO VESTITA
15 ottobre 2023

Vladimir Lenin aveva una bella testa: innanzitutto fisicamente tanto che, vista la volumetria del testone, lo chiamavano Bombetta. Mentalmente era poi un genio. Finita la guerra, nel 1920 Angelica Balabanoff, sua ambasciatrice a Roma, chiede a Vladimir del perché non spingesse per una rivoluzione bolscevica anche in Italia. «Compagna Balabanoff – rispose Lenin –non lo faccio perché l’Italia non ha carbone». Risposta tagliente per dire che il nostro Paese, non avendo ricchezze minerarie, mai sarebbe divenuta una potenza utile alla Russia. Meglio così, visto poi il suo successore Iosif Vissarionovic che, in perpetuo delirio di onnipotenza, cambiò il suo nome in Stalin che in russo vuol dire acciaio (non dimentichiamo che fu lui a far deportare milioni di suoi connazionali in Siberia).

 

Ma torniamo al carbone, utile in quei tempi non solo per alimentare le acciaierie ma anche per il riscaldamento domestico. Fino agli anni ’50 erano talmente tante le stufe a carbone a Londra da rendere l’aria irrespirabile: le polveri carbonifere, infatti, addizionate all’umidità londinese diventavano il pestifero smog, e come conseguenza cromatica, l’epiteto “fumo di Londra“ era stato adottato dall’alta moda del tempo. Fu in quel periodo, a causa dell’aria pestifera, che in tutta Europa aumentò vertiginosamente la tubercolosi polmonare. Oggi le cose sono migliorate (ma non più di tanto): sono scomparse le particelle carbonifere ma sono comparse le polveri sottili, frutto soprattutto del traffico immenso nelle città. E purtroppo è quindi nata una nuova (e terribile) patologia, la BPCO broncopneumopatia ostruttiva, capace, se trascurata, di portare ad una grave insufficienza respiratoria.

 

I rimedi? Pochi. Innanzitutto smettere di fumare e poi, se possibile, camminare molto all’aperto, ma solo dove l’aria è pulita, respirando profondamente. Un piccolo aiuto viene dalla fitoterapia: fare fumenti con piante balsamiche (pigne di larice, abete, pino) aiuta molto la capacità respiratoria “pulendo” bronchi e laringe dalle nefandezze che respiriamo tutti i giorni.

 

Utile anche una sana alimentazione ricca in frutti che aiutano l’albero respiratorio; in primis le banane e poi soprattutto gli avocado, ricchi in grassi simili a quelli dell’olio di oliva quindi dal forte potere antinfiammatorio. Pochi sanno che già nel 1100 questi frutti erano coltivati anche in Italia grazie alla cultura botanica di Federico II di Svevia, ovvero lo Stupor Mundi. Sovrano dotato di una fortissima personalità, molto colto (parlava correttamente sei lingue) fece della sua Sicilia il giardino d’Europa. Peccava certo di modestia, tant’è che un giorno disse: «Se Gesù fosse vissuto in questo periodo avrebbe scelto Palermo per nascere e non la Palestina». Gli storici decantavano i giardini pensili dei suoi palazzi, le immense piscine e soprattutto le innovazioni agricole. Introdusse per primo in Sicilia la coltivazione in serre attrezzate di banane e soprattutto l’avocado, due cultivar africane che in questa isola trovarono il loro habitat in serre talmente perfette da far invidia alle moderne coltivazioni.

 

Guacamole, delizia e salute si uniscono

Ormai impazza la Guacamole, salsa fatta con avocado, succo di lime e pepe. Ognuno di questi ingredienti ha dei meriti: i grassi dell’avocado sono utili per proteggere le membrane cellulari; il lime è ricchissimo in vitamina C ed antibiotici naturali; il pepe (in piccole dosi) favorisce la digestione e potenzia la flora batterica intestinale eliminando i germi intestinali negativi. Peccato che ogni tanto i giovani (e non solo) accompagnino queste delizie con generose (e pericolose) dosi di alcolici.