Aspartame ‘nemico' del cuore: quei picchi di insulina che fanno male alla salute

La scienza mette in guardia su questo subdolo sostituto dello zucchero. Favorisce ictus, trombosi e infarto. Ecco in quali alimenti è contenuto: il codice per riconoscerlo

di VALERIA PANZERI
21 febbraio 2025
L'aspartame fa male alla salute cardiovascolare

L'aspartame fa male alla salute cardiovascolare

Aspartame, uno dei più comuni sostituti dello zucchero, ha un impatto negativo sulla salute dei vasi sanguigni, a causa di un effetto mediato dall'ormone insulina. A giungere a questa conclusione è uno studio internazionale condotto dall'accademia cinese di scienze mediche, dal Dipartimento di Cardiologia dell'ospedale Qilu dell'università di Shandong e dal Centro di Hong Kong per l'Ingegneria Sanitaria Cerebro-Cardiovascolare del Karolinska Institute di Stoccolma. Il lavoro, pubblicato su Cell Metabolism, ha evidenziato connessioni evidenti tra il consumo degli edulcoranti e la salute cardiovascolare. L'assunzione di questa sostanza indurrebbe la generazione di picchi glicemici, che conducono all'infiammazione dei vasi sanguigni, aggravando la formazione di placche aterosclerotiche, ovvero accumuli di grassi che rivestono le pareti delle arterie che, con il tempo possono restringere il passaggio del sangue. Condizione che nuoce gravemente all’organismo, favorendo l’insorgenza di ictus, trombosi e infarto.

Approfondisci:

Perché abbiamo voglia di dolci anche se siamo sazi?

Perché abbiamo voglia di dolci anche se siamo sazi?

Aspartame e salute cardiovascolare: lo studio

Gli scienziati, guidati da Yihai Cao, esperto di malattie croniche legate a disturbi dei vasi sanguigni del Karolinska Institute in Svezia, hanno nutrito alcuni topi con dosi giornaliere di cibo condito con aspartame fino a raggiungere l'equivalente del dolcificante assunto con tre bibite diet al giorno. Dopo tre mesi, i roditori mostravano un numero maggiore di placche di grassi nelle arterie, e di dimensioni più elevate. Inoltre, le loro arterie si mostravano più infiammate. Entrambi campanelli d’allarme per la salute cardiovascolare.

I picchi glicemici

Come si è arrivati a tale risultato? Come confermato dagli esami del sangue effettuati sugli animali, ad ogni pasto condito con il dolcificante corrispondeva, a stretto giro, un deciso rilascio di insulina. Il dolcificante, ha un gusto estremamente dolce: ciò deve aver ingannato i recettori dei roditori, inducendoli a rilasciare più insulina, nonostante reale la mancanza di zucchero da assorbire. A propria volta, l’insulina, sembra aver alimentato l’accumulo di placche.

Interessante sottolineare che, gli scienziati, sono stati in grado di identificare un segnale immunitario chiamato CX3CL1 che avrebbe un ruolo importante in questo processo e potrebbe essere in futuro un potenziale bersaglio per lo sviluppo di farmaci che trattino le malattie associate all'aterosclerosi. Ma anche per altre patologie connesse all’infiammazione dei vasi come ictus e diabete. Eliminando i recettori del segnale CX3CL1, infatti, l'accumulo di placche non si è verificato.

Il gruppo di lavoro ha precisato che lo studio in questione ha interessato esclusivamente l’aspartame: “I dolcificanti artificiali sono penetrati in quasi tutti i tipi di alimenti, quindi dobbiamo conoscere l'impatto sulla salute a lungo termine”. Ricordando però che “Potrebbe non rappresentare tutti i dolcificanti-non-nutritivi perché le loro strutture, modalità di azione, metabolismo e meccanismi sottostanti differiscono tra loro”.

L'invito dell'Oms: "Consumo moderato"

Non è la prima volta, del resto, che l’aspartame finisce sul banco degli imputati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, recentemente, è intervenuta sulla questione, chiarendo che l’uso di dolcificanti non conferisce alcun beneficio a lungo termine nella riduzione del grasso corporeo negli adulti o nei bambini.

Inoltre, sempre l’Oms, nel giugno del 2023, ha classificato l’aspartame come “possibile cancerogeno per l’uomo”, inserendolo nel gruppo dedicato alle sostanze per cui si hanno “prove limitate” di cancerogenicità. L’invito non è stato quello di mettere al bando la sostanza, bensì di farne uso moderato e consapevole, mantenendo invariato il livello di assunzione giornaliera accettabile (ADI) di aspartame: pari a 40 mg per chilogrammo di peso corporeo.

In quali alimenti si trova l'aspartame? Il codice per riconoscerlo

La dicitura ‘light’ o ‘0% di zuccheri’ cela in molti alimenti l’uso di aspartame come additivo. Lo si trova soprattutto nelle bevande classificate come light, nei dessert, nei dolci, o nei dolcificanti al bar, nei prodotti ipocalorici, dimagranti, persino nei latticini e nelle gomme da masticare. Il codice per riconoscerlo nella tabella degli ingredienti – in tutta l’Unione europea – è E 951.