Roma, 4 gennaio 2023 - Francesco Totti sarebbe finito sotto osservazione dall'Antiriciclaggio per operazioni sospette che riguardano soprattutto il mondo delle scommesse. É quanto riportato dal settimanale La Verità diretto da Maurizio Belpietro. Questa volta dunque i guai, se confermati, per l'ex attaccante della Roma, non riguardano direttamente la causa di divorzio senza esclusione di colpi dalla showgirl Ilary Blasi. L’ex calciatore, nell'articolo a firma di Giacomo Amadori, sarebbe stato infatti oggetto di alcune SOS (segnalazioni di operazioni sospette) da parte delle strutture preposte dell’istituto di credito a cui ha affidato i suoi guadagni. In un documento dell’agosto scorso risulta un prestito infruttifero per la somma di 80 mila euro inviata sul conto di una pensionata di Anzio. Il conto è cointestato con la figlia A.M., dipendente della società Sport e Salute controllata dal ministero dell’Economia. Lo stesso giorno la 45enne gira i soldi al marito D. M., dipendente del ministero dell’Interno considerato in stretti rapporti con Totti. Il conto sarebbe già stato sotto osservazione: oltre agli stipendi, infatti, risulterebbero bonifici "rivenienti da società operanti nel settore delle scommesse online" come la Malta limited terrestre, la Malta limited online e la Sa.Pa. Srl. A detta dell'Antiriciclaggio si tratta di una "attività opaca con controparti operanti nel settore delle scommesse online".
Milioni ai casinò di Montecarlo, Londra e Las Vegas: ma è solo gioco?
Totti, riferisce La Verità, entrerebbe nelle indagini nel giugno del 2020. Dall'esame di due conti, uno cointestato con la Blasi e uno con Manuel Zubiria Furest, ex team manager, vengono segnalati un fido da 2,5 milioni di euro per una ristrutturazione, e cinque assegni bancari e un bonifico, intestati alla Société financière et d'encaissement (Sfe) con sede a Monte Carlo per 1,305 milioni di euro. La causale: "finanziare le giornate che il noto personaggio ama trascorrere nella casa da gioco del Principato". Un altro bonifico da 300mila euro è per il "casinò di Londra", uno da 200mila per "il casinò di Las Vegas". Non mancano anche operazioni in entrata. Per l’antiriciclaggio "permangono forti dubbi in merito alla reale destinazione del denaro inviato alle varie case da gioco internazionali". "Non è quindi chiaro se il denaro inviato sia destinato solo al gioco oppure ad altro".