Venerdì 15 Novembre 2024

Roma, gestiva 21 cooperative di taxi: arrestato per estorsione ai danni dei 'soci'

Le società sono state poste in liquidazione. L'uomo, ora ai domiciliari, pretendeva quote indipendentemente dal guadagno, anche durante il lock down: aveva incassato e tenuto i ristori statali

Taxi

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 Roma, 08 settembre 2021 - Vessava i suoi "soci" minacciandoli di licenziamento e li costringeva a regole economiche estremamente svantaggiose pur mantenere il posto di lavoro. Per questo un imprenditore è stato arrestato oggi per il reato di estorsione. L'operazione è stata svolta dai Finanzieri del comando Provinciale di Roma coordinati dalla Procura. L'uomo, finito agli arresti domiciliari, risulta essere l'amministratore di fatto di 21 società cooperative operanti nel settore del trasporto persone con dipendenti tassisti-autisti. Le indagini hanno fatto emergere l'esistenza di uno "spaccato criminale" ormai consolidato e diffuso, gestito dall'indagato, che vedeva i tassisti, soci-lavoratori di numerose cooperative di taxi e Ncc (attività di Noleggio con conducente), costretti a sottostare a regole economiche estremamente vessatorie pur di mantenere il posto di lavoro.  "Per perseguire tale finalità - spiega una nota della Gdf - l'indagato minacciava le vittime di licenziamento o di privarle, in caso di recesso dalle società, delle autovetture utilizzate per l'attività lavorativa, ovvero di promuovere azione legali pretestuose per asseriti crediti delle cooperative". In tal modo, tassisti e autisti "sono stati obbligati, dal mese di luglio del 2018, ad effettuare indebiti e reiterati versamenti di consistenti somme di danaro, anche indipendentemente dai reali incassi, con la predisposizione di buste paga "di comodo" contenenti indicazioni fittizie sugli introiti conseguiti", aggiunge la nota. Dagli accertamenti è inoltre emerso che persino durante il periodo pandemico (in particolare nel corso del primo lockdown) l'indagato ha continuato a pretendere dai soci il pagamento delle somme pattuite nonostante l'Inps avesse riconosciuto ed erogato alle società il fondo di integrazione salariale e malgrado lo stesso non avesse provveduto a distribuirlo. Sulla base di quanto scoperto dalle Fiamme Gialle, le cooperative sono state poste in liquidazione dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha nominato dei commissari liquidatori.