Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ROMA

Supertestimone per la morte di Manuel: era sul suv con gli youtuber

La giovane sarebbe salita in auto poco prima dell’impatto, non fa parte del gruppo TheBorderline ed avrebbe collaborato con gli inquirenti. Sentita oggi anche la giovane mamma. Domenica alle 19, intanto, tutta Roma è invitata a partecipare alla fiaccolata in memoria del bimbo vittima di omicidio stradale

Un fermo immagine del video postato dai giovani a bordo del Suv, l'auto distrutta dove ha perso la vita Manuel e fiori e messaggi portati sul luogo dell'incidente

Un fermo immagine del video postato dai giovani a bordo del Suv, l'auto distrutta dove ha perso la vita Manuel e fiori e messaggi portati sul luogo dell'incidente

Roma, 20 giugno 2023 – É considerata una supertestimone perché era a bordo dell'auto degli youtuber che ha investito l'auto con a bordo il piccolo Manuel, uccidendolo. Ed ha rischiato lei stessa la vita. E perché, pur essendo seduta accanto al guidatore, Matteo Di Pietro, attualmente indagato per omicidio stradale e lesioni, lei avrebbe solo accettato di far parte delle riprese, salendo a bordo del suv Lamborghini solo un chilometro prima dell'impatto, ma non è nel gruppo degli youtuber 'TheBorderline' che da tempo, ormai, avevano fondato una società e cercavano di guadagnare attraverso sfide sui social sempre più al 'limite', appunto, come dice il loro nome, per ottenere più follower, clic e quindi guadagni. Non avrebbe preso parte, dunque, fino a quel momento alla challenge delle 50 ore di fila in auto.

Indagine serrata

Gli inquirenti in questi giorni hanno visionato le telecamere, guardato i video postati dagli youtuber e ascoltato tanti testimoni presenti sul luogo della collisione tra il suv e la Smart su cui si trovavano, fuori dall'asilo, Manuel, la mamma e la sorellina. Non solo chi è accorso in quel momento, ma anche gli altri automobilisti in transito e il guidatore del bus Atac. Ma è la testimonianza della supertestimone che potrà forse essere dirimente.

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I punti fermi

É già stato appurato infatti che Di Pietro era sotto effetto di cannabinoidi ed ora un test di secondo livello, deciso ieri, potrà dire quando li aveva assunti e in che quantità. É stata disposta la perizia tecnica per stabilire l'effettiva velocità a cui procedeva il suv, per sapere se davvero in un centro urbano andava a cento all'ora, come riferito da chi era sul posto. E che tra l'altro ha sostenuto che il mezzo era già stato visto sfrecciare nei giorni precedenti. Non è detto, infatti, che gli yuotuber abbiano girato la 50ore tutta di fila oppure se abbiano realizzato degli spezzoni, poi montati insieme.

La supertestimone accanto al guidatore

Ma la ventenne, già ascoltata dagli inquirenti secondo quanto riportato da diversi media, avrebbe raccontato cosa ha visto e cosa ha sentito mentre era a bordo del suv, se la velocità, proprio in quel momento, fosse davvero troppo elevata e se, ai fini della sfida, il guidatore stesse compiendo manovre spericolate, magari sotto la 'pressione' degli altri youtuber che riprendevano la scena e la 'narravano' per i propri 'spettatori' del web. Per ora, infatti, è stato indagato solo il conducente, Matteo Di Pietro, ma non è escluso che per altri presenti sulla Lamborghini, presa a noleggio per girare la sfida, possano essere considerati corresponsabili dell'accaduto.

Lei aveva la visuale della strada e potrà descrivere agli inquirenti quando ha visto la Smart, che manovra stesse compiendo, e cosa è accaduto nei momenti poco prima dell'impatto, risultato mortale per Manuel. Ed anche se davvero i giovani, e chi in dettaglio, scesi illesi dalla Lamborghini, abbiano continuato a riprendere la scena dell'incidente e dei soccorsi.

La presa di distanza di Loiacono: “Mai al volante”

La supertestimone non è stata l’unica a prendere le distanze da quanto accaduto. Subito dopo l’incidente su Instagram Vito Loiacono, uno dei giovanissimi Youtuber a bordo della Lamborghini, aveva scritto: ''Il trauma che sto provando è indescrivibile. Ci tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e che sto vicinissimo alla famiglia della vittima''

Sentita la mamma al volante della Smart

È stata ascoltata oggi dagli inquirenti la madre del piccolo Manuel che era al volante della Smart scontratasi col Suv Lamborghini guidato da Matteo Di Pietro, il ventenne indagato per omicidio stradale e lesioni. L'audizione della madre, anche lei rimasta leggermente ferita nell'incidente, si inserisce nell'attività disposta dai pm che hanno affidato alle forze dell'ordine l'ascolto dei testimoni accorsi sul luogo dell'incidente.

Google ha tolto pubblicità ai TheBorderline

Intanto Google ha deciso di togliere ogni fonte pubblicitaria alla società TheBorderline che, in questa settimana dopo l'incidente, aveva persino incrementato i profitti, a causa della notorietà improvvisa ottenuta dal canale e dalla curiosità degli utenti. Alcune sfide online sono già state rimosse: non tutti apprezzano oggi di abbinare il proprio nome a questi giovani youtuber, peraltro innocenti fino a prova contraria. Intanto domenica a partire dall'asilo e dal luogo dell'Incidente, alle ore 19, partirà una fiaccolata per ricordare Manuel.

Riforma di legge: fino a 5 anni di carcere

Sull’accaduto è intervenuto anche Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia della Lega che ha ipotizzato fino a 5 anni di carcere per chi esalta la violenza in rete: “Questa idea nasce dal nostro ddl sulle baby gang. L’ultimo episodio di Casal Palocco ha fatto capire che non sono soltanto minorenni ad avere bisogno di essere educati, la stessa cosa vale per i maggiorenni. A questo punto, partendo da quella proposta che stiamo già esaminando al Senato e che ha un ambito di applicazione in prevalenza dedicato alle baby gang, proponiamo di ampliare il testo. L’ipotesi di reato è quella di istigazione a delinquere che prevede da 1 a 5 anni di carcere. Ho visto che anche il viceministro Sisto di Forza Italia ha parlato di una stretta necessaria”.

In questo caso a rischiare il carcere sarebbe “chiunque faccia un uso distorto dei social, volto a rappresentare atti di violenza non solo compiuti da minorenni. Chi istiga alla violenza o ad atti delittuosi o pericolosi ne dovrà rispondere. C’è poi il tema dell’oscuramento dei social, anche questo è contenuto nel testo, presuppone l’intervento di un’autorità”.

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