Roma, 10 ottobre 2022 – Accolto il ricorso della Sfattoria degli Ultimi, suini e cinghiali non verranno abbattuti. A deciderlo è stato il Tar del Lazio, che a sorpresa ha annullato l’ordine di soppressione dei 130 animali strappati dalla filiera della macellazione e che si trovano all’interno della zona rossa per la peste suina africana. L’ordinanza dell’Asl è dello scorso 8 agosto, subito a Roma si erano movimentati i gruppi animalisti per salvare gli animali dell’uccisione programmata.
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Cosa dice la sentenza
Nella sentenza si legge che l'ordine di abbattimento è stato ritenuto illegittimo in quanto la Asl avrebbe dovuto previamente valutare la possibilità di riconoscere alla struttura una deroga all'abbattimento, giustificata dal fatto che essa è destinata concretamente a "rifugio per animali in difficoltà", considerando anche il possibile "elevato valore culturale o educativo ai sensi dell'articolo 13 del regolamento delegato Ue 2020/687".
Bocciato il parere del Commissario
A sostegno dell’Asl c’era Il parere del Ministero della Salute, firmato dal Commissario straordinario per la peste suina, pervenuto successivamente alla notifica dell'ordine di abbattimento e contrario al riconoscimento della deroga. Secondo i giudici della quarta sezione del Tar, il parere del Commissario "non è supportato da un'adeguata istruttoria e non è correttamente motivato". L'Asl, dunque, dovrà riesaminare la situazione dopo avere effettuato gli approfondimenti ritenuti necessari dal Tar.