Martedì 3 Dicembre 2024
REDAZIONE ROMA

Mezzo milione di criptovalute sequestrate a Roma. Denaro sporco riciclato con i Bitcoin

Arrestato un uomo cinese molto conosciuto nella Capitale. Oltre 8 milioni e 800mila euro incassati dal 2021 ad oggi: le commissioni per le transazioni erano 100 volte più alte dei canali autorizzati

Maxisequestro di criptovalute a Roma: un uomo di nazionalità cinese è stato arrestato

Maxisequestro di criptovalute a Roma: un uomo di nazionalità cinese è stato arrestato

Roma, 20 giugno 2024 – Garantiva il riciclaggio di denaro sporco attraverso il cambio in criptovaluta. Un giro di affari milionario quello scoperto dai carabinieri a Roma, con un volume di 8.800.000 euro incassati dal 2021 ad oggi. A gestirlo un uomo di origine cinese molto conosciuto nella community delle criptovalute, tanto da essere intervistato in un evento pubblico durante la ‘Blockchain Week’ della Capitale.

“Bancomobile decentralizzato disponibile 24 ore su 24”. Era così che l’affarista pubblicizzava la sua attività sul web: gli inquirenti hanno ricostruito un numero di movimentazioni e scambi superiore ai 3.000, l’uomo garantiva al mercato illegale oltre 100.000 euro per singola transazione. E le commissioni incassate variavano dal 5 al 10%: 100 volte più alte rispetto agli sportelli autorizzati.

Il blitz e l’arresto

È stato arrestato stamattina in un blitz dei carabinieri la mente del business di criptovalute: si tratta di un uomo cinese, domiciliato nel comune di Frascati, accusato di acquisto di criptovalute e riciclaggio. Tra i reati ipotizzati dalla procura di Roma, anche l’esercizio abusivo di attività finanziaria e offerta al pubblico di servizi di investimento.

Le indagini hanno fatto emergere una grossa attività in servizi finanziari speculativi, condotta attraverso l'acquisto di criptovalute e riciclaggio: l’uomo incassava denaro sporco in contanti e lo riciclava attraverso la cyber moneta. Una transazione ‘pulita’ in grado di garantire l'anonimato.

Nel corso dell'esecuzione dell’arresto, i carabinieri hanno inoltre eseguito un sequestro preventivo di Criptovalute per un importo pari a circa 600.000 euro – nello specifico Bitcoin, Usdt, Ethereum e Matic – e sono stati sequestrati inoltre 6 dispositivi cellulari, 2 notebook e 8 carte di credito. Si tratta del più grande sequestro di Criptovalute eseguito fino ad oggi dall'Arma dei Carabinieri.

Criptovalute e riciclaggio: ecco come

La complessa attività investigativa è iniziata nel 2023 e trae origine dal costante monitoraggio dei canali Telegram e Instagram, luoghi virtuali dove era stato individuato un soggetto di nazionalità cinese, localizzato poi nella zona di Roma, che proponeva lo scambio di grandi somme di contante in cambio delle più diffuse criptovalute e viceversa, attraverso incontri di persona.

Nel corso dell’inchiesta, è poi emerso che il soggetto, avendo importanti disponibilità di denaro cash, poteva eseguire scambi di euro in criptovalute anche per oltre 100.000 euro per singola transazione.

Le attività di tracciamento sulla blockchain delle transazioni, nonché le attività di Osint (Open Source Intelligence) svolte dai reparti dell'Arma dei carabinieri, hanno consentito di identificare il protagonista dell’attività illegale, ben conosciuto nelle community delle Criptovalute.

In quella occasione, ma anche nella sua home page che usava per promuovere l’attività, l'indagato si definiva “Bancomobile decentralizzato disponibile 24 ore su 24” e mostrava il proprio bigliettino da visita affermando che “poteva comprare e rivendere qualsiasi tipologia di criptovalute”, poiché si riteneva un “promotore decentralizzato”.

I volumi d’affare

Gli elementi raccolti dai hanno indirizzato le indagini verso specifici wallet di criptovalute ed Exchange centralizzati. Dall'analisi dettagliata condotta dai militari, è emerso che l'indagato ha movimentato la somma di 8.800.000 dal 2021 ad oggi, con un numero di movimentazioni e scambi superiore ai 3.000, percependo una commissione per ogni transazione compresa tra il 5% e il 10%.

L'attività veniva svolta in totale assenza di qualsiasi controllo previsto dalla normativa antiriciclaggio e senza le necessarie autorizzazioni, garantendo ai clienti l'anonimato in cambio di commissioni notevolmente più elevate rispetto a quelle degli exchange autorizzati, i quali applicano commissioni fino a 100 volte più basse.