Roma, 19 marzo 2023 - Si indaga sull'incendio che, la notte scorsa, ha danneggiato ventidue pulmini adibiti al trasporto scolastico, in un deposito in via Ostiense, a Roma. Sono in corso gli accertamenti della magistratura e dei vigili del fuoco. "Dai primi rilievi effettuati - annuncia il Campidoglio in una nota - appare possibile la natura dolosa delle fiamme, innescate in diversi punti, ma è necessario attendere la fine delle indagini".
Il sindaco Roberto Gualtieri è in contatto con il Questore di Roma e il comandante provinciale dei Vigili del fuoco per conoscere l'esito degli accertamenti. I mezzi presenti all'interno del deposito privato non erano da tempo più utilizzati da Roma Capitale e la maggior parte di quelli andati distrutti era stata dismessa della società privata Tundo. Nessuna persona è rimasta coinvolta. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con sei squadre al lavoro per ore prima si riuscire a domare il vasto rogo.
Sul caso indagano i carabinieri che hanno svolto tutti gli accertamenti del caso. Al vaglio anche le immagini delle telecamere di vigilanza che potrebbero aver ripreso movimenti sospetti all’interno del complesso.
Il precedente, la rivendicazione anarchica
L'ipotesi privilegiata è quella della pista anarchica. Un altro incendio, la notte precedente, si è verificato nella Capitale. Sedici auto di Poste Italiane sono andate a fuoco in viale Palmiro Togliatti. Mentre a gennaio scorso a Montesacro per le fiamme applicate a cinque veicoli di Telecom nell’ambito delle proteste a favore dell’anarchico Alfredo Cospito e contro il suo regime detentivo in 41 bis.
Una lettera di rivendicazione dell'attacco incendiario di venerdì alle 16 auto di Poste Italiane è comparsa su diversi blog che fanno riferimento all'area anarchica. "Salutiamo il 150esimo giorno di sciopero della fame del nostro fratello e compagno Alfredo Cospito - si legge - regalandoci la gioia di attaccare con il fuoco le infrastrutture dello stato Italiano, nello specifico abbiamo incendiato 16 macchine di proprietà delle Poste Italiane". Gli anarchici si dicono "fieri di aderire alla campagna di vendetta, contro l'abominio del 41 bis,l'ergastolo ostativo e la condanna a morte di Alfredo lanciata contro lo stato Italiano".