Roma, 17 ottobre 2021 - La Capitale impazzita per Johnny Depp, star della XIX edizione di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata agli esordi, alle nuove generazioni e al talento, diretta da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli. L'attore, dopo un ritardo di circa tre ore, ha calcato il red carpet. Ad attenderlo tantissimi fan che lo chiamavano da ogni angolo dell'Auditorium Parco della Musica. Depp, con cappello, anelli, giacca di pelle, foulard al collo e bandana sulla fronte, tipo il suo celebre personaggio Jack Sparrow, interpretato nella saga dei "Pirati dei Caraibi", è arrivato nella Capitale per presentare "Puffins", la web serie animata al cui protagonista Johnny Puff, una pulcinella di mare, ha prestato la voce. E i fan lo hanno "braccato" in hotel, accogliendolo da superstar qual è.
Hollywood “è un luogo di vacanza, non mi interessa, c'è una grande mancanza di conoscenza là, io invece voglio lavorare in film con persone che abbiano qualcosa da dire”. Ha detto l’attore arrivato a Roma per parlare della serie web animata Puffins (nella quale dà la voce ed è il modello per uno dei pennuti protagonisti, Johnny Puff), presentata nell'ambito di Alice nella città. Un arrivo faticoso, quello del divo, con quasi un'ora e mezzo di ritardo sul red carpet e la partenza, con uno slittamento di due ore, del primo evento di cui è stato protagonista nella giornata. Il secondo è la masterclass prevista alle 19 all'Auditorium Conciliazione, già sold out da giorni. L'attore, in giacca chiara, con grande cappello e bandana, ha parlato della serie targata Iervolino and Lady Bacardi Entertainment (“Ho fatto delle ricerche sui suoni che fanno reagire i neonati e per il mio personaggio ho inventato un nuovo linguaggio”), ha parlato brevemente della sua carriera, rispondendo ai giornalisti e creato qualche siparietto con tanto di cappello donato e baciamano alla traduttrice Bruna Cammarano, per scusarsi di aver dato risposte troppo lunghe.
“Il mio lavoro quotidiano mi ha dato l'opportunità soprattutto, per l'attore che sono stato, di affrontare diverse sfide per i personaggi, che in genere sono stati accolti con grande gioia da pubblico» dice, parlando del suo appeal sul pubblico, che anche all'auditorium dalla prima mattina si è disposto numeroso lungo le transenne e nella cavea per aspettarlo. A questo punto “della mia strada - aggiunge - sono grato di essere lontano dalla macchina (hollywoodiana) che sputa battute, formule strutturate, stereotipi. Nel fare film non sono interessato al grande regista o al grande attore ma voglio aiutare persone che facciano partire le storie da elementi semplici. Sono più interessato ad aiutare magari un autore quindicenne a trovare la propria voce, anche girando un film con un telefonino”. Un obiettivo, “che non è possibile a Hollywood”. Infine a chi gli chiede quale consideri il suo più grande successo, risponde sicuro. “I miei figli”.