Giovedì 31 Ottobre 2024

Roma, autopsia per Manuel. Perquisizioni in casa di Matteo Di Pietro e nella società degli youtuber

“Manuel ti ameremo per sempre”, scrive papà Marco sui social. Intanto il Movimento genitori chiede la cancellazione dei canali degli youtuber, che continua a monetizzare, mentre un influencer invoca solidarietà per loro

Roma, 16 giugno 2023 – Perquisizioni in casa e analisi sul cellulare per Matteo Di Pietro, il ventenne indagato per l'incidente di Casal Palocco in cui è morto il piccolo Manuel Proietti, 5 anni. L’obiettivo è verificare se sullo smartphone del giovane ci siano video girati nella fase precedente, durante o anche successiva all'impatto con l’auto su cui il bimbo viaggiava insieme a mamma e sorellina. La procura di Roma, però, ha disposto una perquisizione anche nella sede della società degli youtuber TheBorderline, di cui Di Pietro fa parte.

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Roma, ricostruzione dell’incidente con le telecamere: come è morto Manuel?

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Sul corpo della vittima sarà disposta l’autopsia. Intanto si susseguono le testimonianze, da quella del benzinaio in via di Macchia Saponara (“Ho sentito solo la sgasata quando già avevano superato la rotatoria e subito dopo il botto”) a quella di chi ha visto l’utilitaria della famiglia trascinata dal Suv (“gli è andato addosso, ha preso la Smart da tutte e due le parti e l'ha trascinata”). Tutti sembrano concordare sul fatto che gli youtuber correvano “come matti”, mentre il Moige ha depositato una richiesta formale di chiusura del canale dei TheBorderline a causa del rischio di emulazione tra i giovani.

Papà Marco: “Manuel ti ameremo per sempre”

''Volevo esprimere, con quel che resta del cuore mio, di Elena e della piccola Aurora, un ringraziamento a voi che avete pregato, donato e anche solo pensato al nostro Manuel strappato da sto mondo infame''. È il messaggio diffuso con una storia Instagram da Marco, il papà del bimbo di quattro anni e mezzo morto mercoledì pomeriggio nel terribile incidente stradale nella frazione Casal Palocco di Roma. “Ti ameremo per sempre” è lo struggente messaggio rivolto dal papà al suo bambino, deceduto nel tragico evento.

Ieri sono state dimesse dall'ospedale Elena Uccello, la madre del piccolo Manuel, che era alla guida della Smart al momento dell’impatto vicino all’asilo, e Aurora, l’altra figlioletta che si è salvata dal terribile incidente. Entrambe erano state trasportate al Sant'Eugenio a cause delle ferite riportate nello schianto, Aurora era stata poi trasferita al Bambino Gesù prima delle dimissioni. 

Il post di Marco Proietti, papà di Manuel
Il post di Marco Proietti, papà di Manuel

Autopsia per il piccolo Manuel

I pm di Roma disporranno l'autopsia sul corpo di Manuel Proietti, il bimbo di cinque anni morto nell'incidente automobilistico avvenuto il 14 giugno scorso a Casal Palocco. I magistrati di piazzale Clodio affideranno l'incarico al medico legale per effettuare l'esame autoptico. I pm procedono per omicidio stradale e lesioni e hanno proceduto all'iscrizione nel registro degli indagati di Matteo Di Pietro, il ventenne che era alla guida del Suv Lamborghini che si è scontrato con la Smart su cui viaggiava il piccolo assieme alla madre e alla sorellina. Di Matteo è risultato positivo ai cannabinoidi.

Analisi del cellulare

La procura di Roma inoltre affiderà nelle prossime ore incarico ad un consulente per effettuare l'analisi del cellulare di Matteo Di Pietro, il ventenne youtuber che era alla guida del Suv Lamborghini che si è scontrato frontalmente con la Smart, nella frazione Casal Palocco di Roma Capitale, incidente che ha causato la morte di Manuel Proietti, bimbo di cinque anni. Obiettivo degli inquirenti è verificare se sul cellulare del giovane ci siano video girati nella fase precedente, durante o anche successiva all'impatto, come sostengono alcuni testimoni presenti sul luogo della tragedia.

Leonardo Golinelli non era in auto

Leonardo Golinelli non era in auto con i suoi amici al momento dell'incidente costato la vita a Manuel Proietti. Lo apprende l'Agi da fonti vicine alla famiglia. Il giovane fa parte del gruppo di youtuber 'TheBorderline', ma non era insieme agli altri sulla Lamborghini al momento dell'impatto con la Smart FourFour. Per l'omicidio stradale è indagato al momento per omicidio stradale e lesioni il solo conducente risultato positivo ai cannabinoidi. Ma non si esclude che l’indagine possa coinvolgere gli altri giovani sull’auto, per ‘concorso’. 

The Bordeline continua a monetizzare

I ragazzi del gruppo di youtuber 'TheBorderline' stavano partecipando ad una sfida social che li impegnava a resistere 50 ore a bordo dell’auto. Avrebbero dunque preso in affitto il Suv Lamborghini e continuato a girare nella zona, dov’erano stati visti da più testimoni, per incrementare i clic dei propri follower.

The Borderline a oggi è ancora attivo e continua a ‘monetizzare’.  I video di sfida sono sempre lì e possono essere visionati.

Moige: chiudere subito social TheBorderline

Chiudere immediatamente i canali di TheBorderline da tutti i social e non limitarsi a renderli privati. Questa è la posizione del Moige, il movimento italiano genitori, che ha già presentato formale richiesta a seguito del tragico incidente avvenuto a Roma, provocato da un gruppo di youtuber che erano intenti a filmarsi mentre guidavano a bordo di un'auto di alta cilindrata per 50 ore consecutive. "In pochi minuti sono state distrutte le vite di molte famiglie, quella coinvolta nell'incidente, ma anche quelle dei ragazzi a bordo dell'auto che pensavano di fare una bravata che avrebbe portato molti follower ai loro canali", commenta Antonio Affinita, direttore generale del Moige.

Le immagini, però, in questo momento, sono utili ai fini dell’indagine per accertare le responsabilità sull’accaduto.

"Rischio emulazione”

"C'è bisogno di una maggiore educazione civica e stradale, a partire dalle scuole, ma c'è un altro elemento che non possiamo ignorare: ancora una volta, dai social è partita una challange mortale, che è costata una vita umana". Da qui la richiesta formale dell'associazione Moige, chiudere i canali del gruppo di youtuber: "Si tratta di contenuti pericolosi, che spingono altri giovani all'emulazione. I social media possono essere veicolo di valori, intrattenimento e conoscenza, ma anche una rischiosa cassa di risonanza per contenuti di questo tipo, che condizionano in modo profondamente negativo i ragazzi, in un'età in cui si è facilmente influenzabili. É necessario premiare chi veicola valori etici e sani principi, anziché chi veicola messaggi potenzialmente dannosi", conclude Affinita.

L’influencer: “Stategli vicino” (agli youtuber)

"Quello che è successo ai nostri amici è un tragico incidente. Ancora non si conoscono le dinamiche ma vi chiediamo se possibile di non scagliarvi contro di loro ma piuttosto di essergli vicini senza aggravare con brutte parole la situazione morale che sicuramente è già pesantissima".

Così in una storia sulla pagina Instagram, l'influencer Pirlasv, pubblicando una foto con il collega YouTuber dei The Borderline, indagato per l'incidente in cui è morto Manuel Proietti.

In un'altra storia l'influencer - che conta su Instagram 239 mila follower, e che su YouTube ha 1,38 milioni iscritti - esprime il suo cordoglio e "vicinanza ai familiari della vittima".

In realtà non è l'unico a difendere Matteo Di Pietro. Oltre agli insulti, infatti, molti sotto l'ultimo post dell'indagato, hanno cercato di difenderlo: "tanti che commentano non hanno capito che prima si devono capire bene le dinamiche dell'incidente o no? Il video è stato messo comunque a spezzoni e dell'incidente non c'è traccia quindi prima di giudicare" e insultare "informatevi bene", scrive un ragazzo, mentre un altro utente precisa: "Non riesco a comprendere tutta questa rabbia nei loro confronti non penso che loro volessero ammazzare la povera anima".

"Sono scoppiata a piangere”

Intanto continuano ad aggiungersi le testimonianze di chi mercoledì pomeriggio si trovava sul luogo dove è avvenuta la tragedia. Il suv "gli è andato addosso, ha preso la Smart da tutte e due le parti e l'ha trascinata. Sicuramente correvano, la macchina era tutta rotta". É il racconto di Valeria, una diciottenne che due giorni fa ha assistito all'incidente a Casal Palocco in cui ha perso la vita il piccolo Manuel. La ragazza era a bordo di un'auto, dal lato del passeggero, dietro un autobus. "Non ho visto come si sono presi, ma ho visto il botto e la macchina trascinata. E ho visto il bambino - aggiunge - una scena bruttissima. Ho dovuto chiudere gli occhi, sono scoppiata a piangere e sono dovuta andare via". La giovane ricorda inoltre di aver visto uno degli youtuber scendere dal suv Lamborghini subito dopo l'impatto. "Era un ragazzo con una maglietta bianca - dice - è andato verso la Smart a vedere se stavano bene. Ma nessuno gli ha risposto".

Tante le versioni, anche contrastanti: c’è chi sostiene che i ragazzi a bordo del suv abbiano continuano a filmare anche dopo l’incidente. Che qualcuno abbia tentato di aggredirli per questo motivo e perché era morto il bambino (è stato rianimato sul posto e poi dichiarato morto in ospedale).