Roma, 31 agosto 2021 – Duemila tonnellate di spazzatura rischiano di rimanere per strada la prossima settimana, senza spazi per trattare i rifiuti l’azienda romana non potrà garantirne la rimozione. Ama alza le braccia, da lunedì la Capitale potrebbe essere nel caos. Sta per scoppiare a Roma una nuova emergenza, la “stampella” garantita da Napoli non basterà a risolvere il problema di una città che produce 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno. È l’allarme che ha lanciato questa mattina l’azienda dei rifiuti capitolina Ama nel corso di una riunione convocata dal prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, e alla quale hanno partecipato tra agli altri anche la sindaca Virginia Raggi insieme ai colleghi di Albano, Massimiliano Borelli, e di Guidonia, Michel Barbet.
L'assenza di sbocchi negli impianti di trattamento e la riduzione dei conferimenti nella discarica di Albano, perché i gestori hanno ravvisato delle non conformità nei rifiuti inviati dai Tmb - i centri di trattamento a freddo e di separazione dei rifiuti - di Frosinone, in capo a Saf, e quello di Latina gestito da Csa. I carichi sono stati respinti, così Ama ha segnalato al prefetto “il rischio di emergenza che la città corre da lunedì”, con il mancato ritiro i 2mila tonnellate alla settimana, addirittura paventando il ricorso alla Protezione civile. Albano non si arrende, il sindaco: "No ai rifiuti di Roma, pronti alle vie legali"
L’aiuto di Napoli non basta: il 4 ottobre è lontano
Le 150 tonnellate al giorno garantite dallo smaltimento della Sapna, la società dei rifiuti della città metropolitana di Napoli che gestisce alcuni tritovagliatori, non sono sufficienti a risolvere questa ennesima crisi romana, perché l'aiuto decorrerà dal 4 ottobre. Inoltre, il soccorso della società toscana Cermec, con i suoi impianti di trattamento e smaltimento, non inizierà prima della fine del mese. Se a queste mancanze si aggiungono i carichi respinti dalla discarica di Albano e da quella di Viterbo, si spiega perché Roma sia alla disperata ricerca di impianti per 2mila tonnellate alla settimana. Dieci sindaci del Napoletano minacciano azioni legali: "Non vogliamo i rifiuti di Roma"
Quali soluzioni possibili?
Le soluzioni da mettere in campo per evitare il disastro ci sono, secondo quanto emerso dal tavolo. Intanto l'Arpa Lazio si recherà al Tmb Saf - che ogni settimana ad Albano dovrebbe conferire, stando all'ordinanza Raggi, 540 tonnellate di scarti - per verificare gli eventuali problemi all'impianto, mentre Csa starebbe lavorando per rientrare nei ranghi. Inoltre, Rida Ambiente, attraverso il suo amministratore Fabio Altissimi, ha comunicato al prefetto Piantedosi di potersi fare carico di tutte le 2mila tonnellate di fabbisogno di Ama purché le vengano garantiti gli sbocchi nella discarica e al termovalorizzatore di Sanvittore. Rifiuti, la sindaca Raggi si rivolgerà alla Procura: "L'emergenza va risolta"
Per quanto riguarda la discarica, sarà necessario che la sindaca Raggi integri la sua ordinanza di metà giugno aggiungendo la Rida Ambiente tra i soggetti autorizzati a conferire nell'impianto dei Castelli e il correlato codice del rifiuto inviato. Tuttavia, questo non sarà l'unico ostacolo da superare. Rida ha chiesto che sia l'Arpa Lazio a effettuare l'omologa dello scarto che invierebbe a smaltimento sia ad Albano che a Viterbo e non accetta di pagare una tariffa a prezzo di "libero mercato", come Ecoambiente ed Ecologia Viterbo hanno chiesto nei giorni scorsi, in attesa che la Regione Lazio stabilisca un prezzo definitivo per l'interramento in questi due impianti. Emergenza rifiuti, Viterbo fa muro contro le 500 tonnellate al giorno in arrivo da Roma