Martedì 28 Gennaio 2025
REDAZIONE ROMA

Droga e benefici ‘furbi’ a Rebibbia: 32 misure cautelari. Il carcere romano sotto indagine

L’inchiesta è stata divisa in due filoni: il primo relativo a un sistema che consentiva a numerosi detenuti di ottenere pene alternative senza averne diritto; il secondo per traffico di sostanze stupefacenti

Una veduta del carcere di Rebibbia e un momento dell'operazione dei carabinieri (Ansa)

Una veduta del carcere di Rebibbia e un momento dell'operazione dei carabinieri (Ansa)

Roma, 27 gennaio 2025 – I carabinieri, sotto la direzione della Direzione distrettuale antimafia di Roma, hanno condotto una maxi indagine sul carcere romano di Rebibbia, che ha portato all'emissione di 32 misure cautelari. L'inchiesta ha rivelato l'esistenza di un sistema illecito all'interno del Servizio per le dipendenze (Ser.D.) dell'Asl Roma 2, che opera all'interno del penitenziario.

In questo modo si consentiva a numerosi detenuti di ottenere misure alternative alla detenzione tramite l'uso di false certificazioni. Il principale responsabile di questo traffico illecito sembra essere uno psicologo. Per questo filone dell'indagine, i carabinieri e la polizia penitenziaria hanno eseguito quattro misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati: due sono stati posto sotto arresti domiciliari (tra cui lo psicologo), mentre gli altri hanno ricevuto la misura interdittiva della sospensione dal pubblico servizio per un anno. I reati ipotizzati a vario titolo sono di corruzione, false dichiarazioni, falsità ideologica e turbativa nella scelta del contraente.

In un secondo filone, 28 persone sono state coinvolte in un'inchiesta per associazione finalizzata al traffico di droga. Il gruppo investigativo, composto da circa 300 carabinieri appartenenti al Nucleo investigativo del gruppo di Frascati e da altri comandi territoriali nelle province di Roma, Napoli, Avellino, Viterbo, L'Aquila, Teramo, Imperia e Bergamo, ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari di Roma su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Le misure sono state eseguite congiuntamente al Nucleo investigativo centrale della Polizia Penitenziaria.

L'inchiesta ha rivelato che un narcotrafficante di spicco, pur essendo detenuto a Rebibbia, continuava a gestire la sua rete di traffico di droga grazie alla collaborazione di due avvocati, uno dei quali è stato arrestato. L'operazione ha messo in luce come il narcotrafficante riuscisse a mantenere il controllo dell'attività illecita nel quadrante sud-est di Roma, utilizzando i suoi complici per trasmettere messaggi e direttive.