Roma, 23 dicembre 2022 - "Preoccupato? E' il minimo, con la preoccupazione qui conviviamo. Sono però stufo, stufo di quello che noi commercianti troviamo la mattina al momento di tirar su la saracinesca: bicchieri, fazzoletti sporchi di sangue, vomito". E il racconto di un commerciante di viale di Tor di Quinto, a pochi metri dal ristorante giapponese Moku, dove nella notte un gruppo di persone ha fatto irruzione per sequestrare il giovane Danilo Valeri poi rintracciato dalla polizia. Quella di Ponte Milvio è una delle zone della movida romana, tanti locali è un punto d'incontro per i giovani.
"Qui la notte succede il caos più totale, mi sono spostata a Parioli e in zona Ponte Milvio ormai lavoro solo lì - aggiunge una donna -. Mia figlia, che ha 16 anni, ormai va altrove a divertirsi perché adesso i coetanei si divertono a uscire coi coltelli e con quelli a pungere i passanti sulle gambe, senza motivo. E poi quello che troviamo in strada. Ma che aspettano a intervenire?".
I residenti: "Qui terra di nessuno"
"Abbiamo presentato esposti su esposti al commissariato di zona e alle autorità contro quel ristorante realizzato dove prima c'era una banca è aperto a settembre 2019, poco prima della pandemia. Gradualmente hanno iniziato a mettere musica, sempre più forte con il dj al punto che la sentiamo fin su al sesto piano. Sono venuti vigili, Arpa ma nulla è cambiato".
A parlare sono due inquilini della palazzina accanto al ristorante giapponese in viale Tor di Quinto. "So che organizzano feste private, affittando una stanza - aggiunge una donna - ma io non ci sono mai andata. D'altronde quanto accaduto è solo la punta dell'iceberg in un quartiere diventato terra di nessuno. Basti fare un giro alle 2 di notte di un giorno qualsiasi per capire cosa passiamo".
"Si pensi che il chiosco che vende i cocomeri ha dovuto sostituire i coltelli con quelli di plastica perché i ragazzini che passavano glieli rubavano per questa nuova moda di pungere i passanti", racconta un altro.