Roma, 12 giugno 2024 – La sua è una vita da eroe quotidiano. E quasi sempre nell’ombra. Alessandro Olivetti, 29 anni, poliziotto del distretto Esposizione a Roma, in servizio dal 2018, ogni giorno affronta i drammi umani e le situazioni più pericolose. L’intervento all’Eur, però, gli resterà impresso per sempre. E probabilmente gli varrà un premio. Olivetti, infatti, ha salvato dal suicidio la sua ex prof di Diritto delle superiori. Venti minuti nei quali l’agente scelto ha dissuaso la docente 67enne dal compiere il gesto estremo. "Adesso mi butto", urlava la donna dall’ottavo piano con la finestra aperta.
Olivetti, come vi è arrivata la segnalazione?
"Un medico, che era al telefono con la donna, ha chiamato il 112 per avvisarci del rischio di suicidio. Eravamo in zona e al mio collega ho detto ’Francé vola’".
Sul posto cosa è successo?
"Ho visto il cognome sul campanello e mi si è accesa una lampadina. Mentre correvamo verso l’ottavo piano ho chiesto alcuni dati su quella signora alla sala operativa: mi hanno confermato tutto. Poi vicino alla porta ho sentito le stesse urla di 9 anni fa quando ci sgridava in classe. ’Prof, sono Alessandro, mi riconosce? – le ho detto – Guardi dallo spioncino’. Lei ha capito".
E come ha reagito?
"Ha pianto. Io ho scavato nella memoria per tirare fuori ogni ricordo: il mio collega mi aveva avvisato che la prof si era affacciata dalla finestra dicendo ‘mi butto’. Abbiamo parlato della gita, delle cene di classe, del voto della maturità. Non si era calmata, ma stava desistendo. Però ho temuto il peggio".
Perché?
"Mi ha detto ‘mi dispiace che ci sei tu, ma io mi butto’ e si è allontanata dalla porta. Lì ho avuto un’idea: mi sono ricordato che era avvocatessa e ho finto di essere stato indagato per lesioni. ’Ho bisogno di un legale, mi aiuta?, le ho chiesto. Sono stati cinque minuti fondamentali: a quel punto i vigili del fuoco sono entrati dalla finestra e l’hanno bloccata".
Che rapporto aveva con l’insegnante?
"Era la classica prof ’ bastone e carota’: severa, ma umana. Mi trovavo molto bene con lei: se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato".
È stato pronto ed efficiente in un momento di forte stress. Ha studiato da negoziatore?
"No, credo che i poliziotti siano bravi se sono anche fortunati. Mi è andata bene".
Come è partita la sua avventura in polizia?
"Mio padre era commissario, quindi sono nato e cresciuto nel mondo della polizia. Lui lavorava proprio qui dove ora sono io. A 14 anni già sognavo la divisa".
Quella dell’Eur è stata l’esperienza più intensa?
"Emotivamente sì, ho dato il 110%, anche se ho vissuto altri momenti tosti".
Le era mai capitato di salvare altre persone?
"I tentati suicidi accadono spesso. Un uomo a Trigoria si buttò dal quarto e poi si salvò. Purtroppo ho vissuto anche eventi finiti male".
Se ci fosse stato qualcun altro, al posto suo, la prof si sarebbe buttata?
"Forse sì: ho fatto una vera trattativa di 20 minuti. Non ha mai aperto la porta e aveva chiuso tutte le finestre elettriche staccando la corrente: era decisa".
Vi rivedrete?
"Andrò presto a trovarla".
I suoi ex compagni di classe l’hanno chiamata?
"Sì, mi hanno fatto i complimenti".
Dopo un evento così, come scioglie la tensione un poliziotto?
"Sono tornato in commissariato, mi sono cambiato la maglietta zuppa di sudore, ho bevuto una crema di caffè e dell’acqua. E poco dopo sono ripartito per l’intervento successivo: fare il poliziotto è questo".