Mercoledì 17 Luglio 2024

Pietre di inciampo oltraggiate a Roma: due raid in 24 ore. I familiari: “L’Europa non è un posto per ebrei”

Quattro targhe con i nomi dei deportati sono state danneggiate a Trastevere: ecco cosa sta succedendo nella Capitale. Cosa sono le pietre d’inciampo e perché sono nate

Roma, 1 novembre 2023 – Quattro pietre di inciampo danneggiate a Roma. Non si ferma la scia di atti vandalici contro i simboli della Shoah: dopo le due targhe di ottone bruciate ieri in via Dandolo, stamattina altri due danneggiamenti in via Mameli, sempre a Trastevere.

Le pietre risultano coperte: si sta indagando per capire se sono state spruzzate di vernice spray nera o siano state bruciate. Raid che, a distanza di ore, iniziano ad assumere i contorni di un’operazione sistematica legata alla tensione internazionale per la guerra in corso in Medio Oriente. Stelle di David stanno comparendo in diverse città europee: prima a Parigi e oggi al cimitero di Vienna

Cosa è successo

Oggi sono state profanate le pietre di inciampo alla memoria dei deportati Eugenio e Giacomo Spizzichino, incastonate sul marciapiede davanti al luogo dove furono arrestati: via Mameli 47 a Roma. Dalle immagini, le pietre risultato anche questa volta annerite. Gli investigatori stanno verificando se anche in questo caso si tratti di vernice – come è successo ieri in via Dandolo – o se siano state bruciate.

Le targhe d'ottone vandalizzate sono quelle di Giacomo ed Eugenio Spizzichino, che si sono aggiunte a quelle per Michele Ezio Spizzichino e Aurelio Spagnoletto. "È un gravissimo atto di antisemitismo, vogliono cancellare la nostra storia", il commento di Daniele Massimo Regard, assessore alla Memoria della Comunità ebraica di Roma. "Dobbiamo essere vigili, non è un problema degli ebrei ma di tutti. Questo deve essere compreso".

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Raid in via Dandolo

È il secondo atto vandalico scoperto in poco più di 24 ore. Ieri mattina, sempre a Trastevere, erano state danneggiate altre due pietre d'inciampo sempre nello stesso quartiere, in via Dandolo, di cui una in memoria dell’ebreo Aurelio Spagnoletto e l’altra per Michele Ezio Spizzichino. “Se fosse un atto di profanazione deliberato, sarebbe gravissimo", commenta il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun.

"A Trastevere pietre d'inciampo dedicate a due vittime romane della Shoah, deportate nel campo di sterminio di Auschwitz, sono state oltraggiate. Roma condanna fermamente questo gesto inaccettabile e miserabile. Solidarietà a tutta la Comunità Ebraica della nostra città", commenta il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

I familiari: “L’Europa non è un posto per ebrei” 

“La pietra d'inciampo in memoria del mio bisnonno Aurelio Spagnoletto, deportato ad Auschwitz, è stata bruciata a via Dandolo a Roma da chi non accetta che i suoi nipoti si rifiutino di fare la stessa fine. L'Europa non è un posto per ebrei”. Lo scrive in un post su X Jonathan Pacifici dopo il raid vandalico contro la pietra di inciampo dedicata al suo bisnonno vandalizzata ieri a Trastevere.

La condanna del rabbino capo di Roma

“È successo già alcune volte negli ultimi decenni che le periodiche recrudescenze del conflitto medio-orientale che hanno coinvolto Israele abbiano scatenato reazioni anti-ebraiche”. A dirlo è

il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. “Ci si è quasi assuefatti a questi fenomeni di recrudescenza che li si considera normali . Alla base di questi meccanismi perversi e distorti – continua Di Segni – c'è qualcosa di molto più antico e profondo: l'ebreo che vive, con la sua diversità, ha una colpa esistenziale da scontare”.

Cosa sono le pietre d’inciampo

Le pietre d’inciampo sono piccole lastre di ottone lucente con i nomi delle vittime del nazifascismo in Italia e in Europa. L’idea arriva dall’artista Gunter Demnig, che posò la prima pietra nel 1992 a Colonia, in Germania, per ricordare la deportazione dei rom e dei sinti nei campi di concentramento nazisti. Un gesto simbolico che divenne subito di portata intenzionale: oggi sono migliaia le pietre di inciampo installate nelle città europee.

Lo steso Demnig ha posato oltre 75mila pietre d'inciampo nella maggior parte dei paese europei, di cui un migliaio in Italia. Si chiamano ‘pietre d’inciampo’ perché sono incastonate sui marciapiedi e costringono i passanti a ‘inciampare’ in questi scampoli di memoria, per non dimenticare la violenza e il dolore della Shoah.

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