Roma, 9 agosto 2022 – Sono 130 i cinghiali e i suini che rischiano di essere abbattuti in un allevamento a Nord di Roma. La decisione è stata presa dall’Asl per contrastare la diffusione della peste suina africana. Gli animali, però, si trovano in una zona recintata, nel rispetto delle norme di sicurezza per evitare il contagio, e si trovano nella “Sfattoria degli ultimi”: in una struttura per il recupero degli animali salvati dalla filiera alimentare. Intanto gli animalisti hanno raccolto 30mila firme per salvare i 130 animali.
Le proteste
"Uccidere i 130 maiali e cinghiali della Sfattoria degli ultimi' di Roma nord è un atto crudele e non necessario. Il ricovero si trova nella zona rossa della peste suina, ma come hanno spiegato molte associazioni animaliste gli ungulati sono tenuti in condizioni di sicurezza e non sono nemmeno destinati al consumo alimentare. Perché quindi condannarli a morte?". Lo chiede Daniele Diaco, consigliere capitolino M5s e vicepresidente della commissione Ambiente.
"Ci uniamo alle richieste dei tanti attivisti che si sono mobilitati a favore di queste povere bestie – aggiunge Diaco – arrivando a raccogliere oltre 30mila firme per salvarli. Zingaretti, la Asl Roma 1 e le altre istituzioni competenti hanno il dovere morale di intervenire su questa decisione agghiacciante: gli animali della Sfattoria non meritano questa sorte".