Roma, 26 maggio 2022 - "Willy non l'ho toccato nemmeno con un dito. Io non sarei stato in grado, nemmeno se lo avessi voluto, di fare quello di cui mi si accusa". È quanto affermato nel corso di dichiarazioni spontanee davanti alla Corte d'Assise di Frosinone da Gabriele Bianchi, accusato di omicidio volontario insieme al fratello Marco e ai presunti complici Francesco Belleggia e Mario Pincarelli dell'omicidio di Willy Monteiro Duarte, il giovane massacrato di botte a Colleferro nel settembre del 2020. Per i fratelli Bianchi la procura di Velletri ha sollecitato l'ergastolo.
La Corte d'Assise, contrariamente a quanto annunciato questa mattina in apertura di udienza, ha anticipato al 4 luglio e non più al 14 luglio, il giorno della sentenza che era attesa per oggi.
Il giovane di Artena ha poi aggiunto che "Willy merita giustizia come la merita la sua famiglia. Vorrei poter tornare a quella maledetta notte e cambiare tutto. Io sogno ancora di tornare dalla mia famiglia e crescere mio figlio". Per gli altri imputati Belleggia e Pincarelli la Procura ha sollecitato una condanna a 24 anni.
La difesa: "I testimoni oculari non potevano vedere"
"Nessuno dei 25 testimoni oculari poteva vedere con chiarezza quanto successo la notte del pestaggio di Willy Monteiro Duarte" . È la tesi difensiva illustrata in aula, davanti ai giudici d'Assise, dall'avvocato Massimiliano Pica, difensore dei fratelli Bianchi accusati, assieme ad altri due imputati, dell'omicidio.
In una aula gremita e alla presenza dei genitori di Willy, il difensore ha affermato che "al momento del pestaggio, era buio e nessuno era in grado di vedere con chiarezza quello che stava succedendo a causa della troppa gente presente". Pica, nel corso della sua arringa, ha mostrato una ricostruzione del luogo dell'aggressione con foto e diapositive. Una versione a cui stanno assistendo anche i Bianchi presenti in aula dentro le celle.
"Io so solo che ho perso mio figlio e di sicuro non si è ucciso da solo, qualcuno è stato. Per il resto non c'è niente da commentare" il commento di Lucia Monteiro Duarte, madre di Willy, lasciando il tribunale di Frosinone, al termine dell'udienza.