Roma, 26 febbraio 2023 - Svolta clamorosa nel caso del filippino che si è costituito dopo aver ucciso un connazionale alla stazione ferroviaria Valle Aurelia: oggi è stato arrestato anche il figlio 16 enne del presunto assassino, con la pesante accusa di aver compiuto l'omicidio in concorso col padre. Il ragazzo, di soli 16 anni, è stato portato in una comunità per minori. Il padre, in un video, prima di costituirsi aveva chiesto a familiari e amici e alla comunità filippina di prendersi cura proprio di suo figlio.
In comunità per minori
Collocamento in comunità per il figlio minore del filippino fermato per l'omicidio di Michael Lee Pon, 50 anni, avvenuto la sera del 19 febbraio scorso a Roma nei pressi del piazzale della stazione ferroviaria Valle Aurelia. Il 16enne è gravemente indiziato di aver commesso l'omicidio in concorso con suo padre. La misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale per i Minorenni di Roma, su richiesta della Procura per i minori, è stata eseguita dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Roma. Roma, accoltellato a Valle Aurelia: la confessione dell'assassino in un video Omicidio alla stazione di Valle Aurelia, filippino ucciso a coltellate: caccia al branco
Cosa è successo
L'omicidio di Michael Lee Pon, cinquantenne filippino avvenuto a Roma domenica sera a poca distanza dalla stazione Valle Aurelia. In base a quanto si apprende si tratterebbe di un connazionale. Il fermo è stato disposto dalla Procura che coordina le indagini affidate alla Squadra Mobile. L'uomo, 43 anni, si è presentato ieri sera, lunedì 20 febbraio, assieme al figlio minorenne, anche lui indagato, nella stazione dei carabinieri di Tor Vergata per costituirsi. I militari dell'Arma hanno contattato i colleghi della Polizia di Stato, titolari delle indagini, per il trasferimento in Questura dell'uomo poi fermato su provvedimento del pm.
Chi è il reo confesso
Renato Peralta, il 43 enne, accusato dell'omicidio del connazionale Micheal Lee Pon, aveva pubblicato sui social due video prima di costituirsi alle forze dell'ordine. Nei due video, che durano complessivamente un minuto e finiti anche nelle chat della comunità filippina, l'uomo chiede ai suoi parenti di "prendersi cura del figlio mentre lui sarà in prigione" e "che non è consegnato subito perchè aveva paura di andarci senza avvocato".
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