Roma, 17 gennaio 2024 – Un secondo uomo è stato fermato per l’omicidio di Alexandru Ivan, il 14enne romeno ucciso a colpi di pistola a Monte Compatri, periferia sud di Roma. È il 30enne Dino Petrov – cugino di Corum, il 24enne che si è costituito domenica – con precedenti per reati contro il patrimonio, armi e droga. I due cugini sono indagati per concorso in omicidio e porto abusivo di arma da fuoco.
Dopo giorni di ricerche, i carabinieri lo hanno trovato a Treviso, dove si era fuggito subito dopo la sparatoria per nascondersi a casa di una zia. Secondo la versione di Corum Petrov, il colpo letale sarebbe partito da una seconda auto: una Ford Fiesta con a bordo due fratelli.
Il 30enne fermato a Treviso avrebbe picchiato il patrigno del 14enne, Tiberiu Maciuca, nel bar ‘Esse Café’ poche ore prima della tragedia.
L’omicidio
Il minorenne è stato ucciso nella notte tra venerdì e sabato nel parcheggio della metro C, dove probabilmente si è consumato un regolamento di conti. Il patrigno era arrivato con altre sei persone – tra cui la mamma e il nonno del 14enne – per un “chiarimento” dopo la lite scoppiata poche prima in un bar sulla Casilina. Ma a quell’incontro si è presentata un’auto che, rallentando, ha sparato dei colpi di pistola. E uno ha colpito al petto il giovane Alexandru.
Petrov: “Colpo sparato da una Ford Fiesta”
Il colpo che ha ucciso Alexandru Ivan è stato sparato '”da un'altra macchina”, una Ford Fiesta, su cui c'erano due fratelli noti alle forze dell'ordine. Lo avrebbe detto Coru Petrov, rilasciando dichiarazioni spontanee al gip, durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere di Velletri. Il 24enne, indagato per concorso in omicidio, ha detto di aver organizzato l'incontro chiarificatore tra il patrigno della vittima e il cugino e di essere andato con lui nel parcheggio dove il 14enne è stato ucciso, ma che i colpi sono partiti da un'altra auto e non dalla Lancia Y su cui si trovavano i due.
Il padre di Corum: “Ha fatto solo da tramite”
“Siamo commercianti di macchine a Pantano, viviamo qui da 40 anni e non abbiamo mai avuto problemi. Mio figlio non c'entra con questa storia''. Lo dice Pietro Petrov, il padre di Corum, dopo l'interrogatorio di garanzia del 24enne al carcere di Velletri. “Mio figlio – aggiunge – ha solo fatto da tramite fra il patrigno della vittima e il cugino Dino, con cui si erano picchiati al bar. Quando è arrivato sul posto con il solo intento di chiarire si stavano già sparando”.
L’avvocato: “Lo zio della vittima ha riconosciuto i killer”
“Lo zio della vittima ha identificato fotograficamente i due soggetti che hanno sparato dell'autovettura”. Lo ha detto l'avvocato Luca Guerra, difensore del 24enne Corum Petrov, in carcere per l'omicidio di Alexandru Ivan.
Secondo il penalista, “questo ci dice che Corum non era in questa macchina e questo è un dato di fatto”. Sempre per la difesa, “la procura, nel dire che c'è una sola pistola che spara, non prende in considerazione o non avvalora, a mio parere, sufficientemente, che vengano rinvenuti bossoli Winchester e Fiocco che, per i carabinieri, appartengono a due diverse pistole”.
La difesa, infine, spera che i “veri colpevoli dell'omicidio” si consegnino presto. Nell'interrogatorio di convalida Petrov si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee spiegando che i colpi di pistola sono stati esplosi da una Fiesta, anche se poi è arrivata un'altra auto ancora di colore giallo.
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