Mercoledì 15 Gennaio 2025
REDAZIONE ROMA

Omicidio Cerciello Rega, chiesta la conferma dell’ergastolo a Elder e 24 anni per Hjorth

E’ iniziato oggi a Roma il processo d’appello per i due americani. Pene diverse per il pg, i due avrebbero responsabilità diverse nell’uccisione del carabiniere. Sentenza attesa per il 17 e 18 marzo

Finnegan Lee Elder, l'avvocato Renato Borzone e Gabriel Natale-Hjorth

Roma, 10 febbraio 2022 - Conferma della condanna all'ergastolo per Lee Elder Finnegan, l'esecutore materiale delle undici coltellate con cui è stato ucciso il carabiniere Mario Cerciello Rega il 26 luglio 2019. Mentre per Gabriel Natale Hjorth pena a 24 anni di reclusione, in riforma della sentenza di primo grado. Questa la richiesta del pg Vincenzo Saveriano nel giudizio d'appello nel processo d'Appello iniziato oggi 10 febbraio nei confronti dei due ragazzi americani.

"Non è possibile concedere attenuanti generiche a chi ha dato 11 coltellate ad un servitore dello Stato", ha detto il pg Saveriano nel motivare la conferma della condanna all'ergastolo per Lee Finnegan Elder. "Per Natale la situazione è diversa - ha spiegato il magistrato - Non è l'autore materiale, per lui le attenuanti generiche vanno considerate equivalenti alle aggravanti contestate". In primo grado entrambe i due giovani statunitensi sono stati condannati all'ergastolo per l'omicidio del sottufficiale dell'Arma con undici coltellate il 26 luglio 2019 nel quartiere Prati.

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Il sostituto procuratore generale Saveriano ha sottolineato nel corso del suo intervento, durato più di due ore, come Cerciello ed il suo collega Varriale si siano qualificati al momento dell'intervento.

"È lo stesso Natale a riconoscere che Varriale ha detto 'carabinieri', lo trovate nel verbale di interrogatorio davanti ai due pubblici ministeri", ha detto il magistrato. Sul punto i legali di Elder hanno insistito - ha spiegato il giudice a latere in sede di relazione - prospettando nei ricorsi un intervento di legittima difesa da parte degli americani che credevano Cerciello e Varriale due spacciatori”.

La morte del carabinieri “arrivata in 20 secondi”

La morte del vicebrigadiere Cerciello Rega "è arrivata in 20 secondi" ed all'esito di una questione protrattasi per una ventina di minuti, ha detto il pc nel corso della requisitoria nella corte d’Assise d'Appello del processo che vede imputati i due americani.

Saveriano ha anche ricordato come Cerciello fosse un militare stimato. "Quella tragica sera fu chiamato dai colleghi perché era uno dei più esperti nella repressione della criminalità, individuava i soggetti ed eseguiva gli arresti", ricorda il sostituto procuratore generale. E anche quella sera i quattro carabinieri che si trovavano a Trastevere in servizio, "chiamano la pattuglia in borghese Cerciello-Varriale. Ma soprattutto Cerciello".

L'avvocato Massimo Ferrandino accompagna la vedova Rosa Maria Esilio
L'avvocato Massimo Ferrandino accompagna la vedova Rosa Maria Esilio

Le fasi del processo a porte chiuse

L'udienza si tiene a porte chiuse per motivi connessi all'emergenza Covid. Elder e Hjorth sono nella saletta di sicurezza che un vetro separa dall'aula. Accanto a loro gli interpreti per la traduzione simultanea. In aula sono presenti alcuni familiari del sottufficiale, tra cui Paolo e la vedova, Rosa Maria Esilio.

Nella sala della corte d'assise al secondo piano della palazzina all'interno della città giudiziaria di piazzale Clodio a Roma ci sono anche i genitori di Elder, il papà Ethan e la mamma Leah. Molti i cameraman e le televisioni che attendono fuori dall'edificio e dal tribunale.

I giudici hanno previsto una serie di rinvii per la discussione delle parti. Le prossime udienze si terranno il 17 e 24 febbraio. Previsti gli interventi dei legali di parte civile. Poi il 3, 10 e 15 marzo la parola passerà ai difensori. La camera di consiglio e la sentenza sono state indicate per il 17 e 18 marzo.

Elder ha affondato il coltello fino alla costole

Hjorth "ha programmato tutto quanto avvenuto" prima a Trastevere e poi a Prati, "ma non è l’autore materiale. Per questo, chiedo la riforma della sentenza di primo grado con il riconoscimento delle attenuanti generiche" ha Saveriano.

"Questi sono due giovani incensurati - ha spiegato - ma il delitto è efferato, ci troviamo ai limiti della crudeltà". Elder, ha aggiunto il magistrato, ha colpito con "un'arma che fa paura solo a vederla" ed "infliggendo una sofferenza gratuita, senza alcuna pietà", arrivando "fino alle costole" della vittima. Il giovane "ha affondato il coltello lasciando sul corpo della vittima i segni dell’anello alla base della lama. Come si fa ad arrivare a 11 coltellate? Ne sarebbero bastate due per riuscire a darsi alla fuga".

Leah Elder, mamma di Elder Finnegan Lee, alla prima udienza di Appello del processo
Leah Elder, mamma di Elder Finnegan Lee, alla prima udienza di Appello del processo

La madre di Elder: “Speriamo emerga la verità”

"Speriamo che questo processo riveda le anomalie e le informazioni sbagliate emerse in primo grado. Speriamo davvero che la verità venga alla luce e che le contraddizioni uscite nel primo processo su questa immensa tragedia, vengano corrette". Ha detto così Leah Elder, mamma di Finnegan Lee Elder.

La donna, aiutata da una interprete, parla appena fuori dal tribunale. Una camicia bianca, pantaloni neri, il viso provato. Prende la parola davanti ai microfoni e spiega: "Esprimo profondo dolore e sofferenza per la famiglia del carabiniere Cerciello". Poi alla richiesta dei cronisti su come stia il figlio aggiunge: "Lui sta bene, ma si sente profondamente addolorato e con un enorme senso di colpa per quanto accaduto. Gli dispiace soprattutto di non esser stato creduto".

Elder e Hjorth si iscrivono all’università

Christian Gabriel Natale Hjorth è iscritto all'università Roma Tre, corso di lingue. Mentre il computato, Finnegan Lee Elder, è pronto a iscriversi all'università americana. Questo quanto emerge dalle relazioni depositate dalle difese e relative ai comportamenti tenuti in questi mesi in carcere dai due americani condannati in primo grado all'ergastolo per l'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cercello Rega, ucciso con 11 coltellate nel luglio del 2019 nel quartiere Prati, a Roma. La documentazione è stata messa a disposizione dei giudici d'appello davanti ai quali oggi 10 febbraio 2022 si è aperto il processo di secondo grado.