
Sabrina Minardi e Renatino De Pedis ai tempi della Banda della Magliana
Roma, 8 marzo 2025 - È morta a 65 anni Sabrina Minardi, l’ex moglie del calciatore Bruno Giordano e amante storica di ‘Renatino’ De Pedis, il boss della Banda della Magliana. Fu una delle testimoni più controverse nel caso Orlandi: nel 2006 le sue dichiarazioni fecero riaprire le indagini sulla scomparsa di Emanuela.
“È morta nel sonno, serenamente come chi sa di aver detto la verità”, ha annunciato Raffaella Notariale, giornalista che scrisse con Sabrina Minardi il libro 'La Supertestimone del Caso Orlandi' con la prefazione di Pietro Orlandi.
Sabrina, scrive la cronista su Facebook, "si è spenta dopo essere stata dal parrucchiere, si era fatta bionda e bella perché aspettava i suoi affetti più grandi - ha aggiunto - È morta nel sonno". Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela che scrisse la prefazione del libro, sulle sue pagine ha ripubblicato il post della giornalista.
Sabrina Minardi ebbe una figlia con il marito Bruno Giordano, ex calciatore di Lazio e Napoli. Ma è passata agli onori delle cronache come la storica amante del boss della Banda della Magliana, Enrico 'Renatino' De Pedis.
Minardi – che viveva in una comunità in provincia di Bologna – raccontò del presunto ruolo di De Pedis nel rapimento, tanto che la procura capitolina la definì “supertestimone” nell’inchiesta Orlandi.

La prima inchiesta su Emanuela Orlandi era stata chiusa nel 1997, ma a giugno del 2008 proprio le dichiarazioni di Minardi avevano riportato prepotentemente alla ribalta il presunto ruolo della più famosa organizzazione criminale della Roma degli anni '70 e '80. Fu lei la prima a fornire una sua ricostruzione degli eventi successivi al rapimento di Emanuela, portando gli inquirenti anche a scoprire un luogo di 'prigionia' a Monteverde Vecchio, non lontano dall'ospedale San Camillo. L'ex amante del boss aveva raccontato di aver visto Emanuela nella zona del laghetto dell'Eur poche ore dopo il sequestro e nel suo racconto sostenne pure di aver guidato un'auto con a fianco De Pedis mentre in un'altra macchina che seguiva c'era Emanuela. Le due auto avrebbero raggiunto Torvajanica, sul litorale romano, dove la ragazzina sarebbe stata affidata a un'altra donna. Minardi aveva spiegato inoltre che, dopo alcuni mesi, Emanuela sarebbe stata consegnata a un sacerdote dopo essere stata prelevata dalla stessa Minardi in un bar nella zona del Gianicolo, dove la Orlandi sarebbe giunta accompagnata da un'altra persona. Secondo Minardi l'ex presidente dello Ior, il cardinale Paul Marcinkus, avrebbe incontrato Emanuela nei giorni successivi alla sua sparizione. E' sempre della donna il racconto secondo cui il cadavere di Orlandi sarebbe stato gettato in una betoniera, sempre a Torvajanica, nel novembre del 1983. Dichiarazioni che però non avevano convinto completamente gli inquirenti romani, tanto da non essere ritenute attendibili.
"A me, scrive ancora la giornalista Notariale - dispiace umanamente e professionalmente. Non uno, ma mille gli spunti che ha offerto e che i più non hanno voluto cogliere. Non ultima la Commissione d'inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi... Cosa aspettavate, vossignori?". La stessa commissione, solo un mese fa, aveva invece ascoltato monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant'Apollinare a Roma dove il boss De Pedis era stato sepolto. Secondo l'anziano sacerdote, senza mezzi termini, Minardi era "un'imbrogliona", pur non avendola mai conosciuta personalmente. Nel 2010 la donna era stata arrestata per un cumulo di cinque condanne passate in giudicato per reati di varia natura, comunque non legati al caso Orlandi: trascorse sei mesi in una comunità di recupero.
Pietro Orlandi: “Andava ascoltata”
"Mi dispiace per la morte di una persona e mi dispiace anche perché dal 2015, con le ultime dichiarazioni che ha fatto, nessuno l'ha più ascoltata. Forse era il caso che qualcuno la sentisse; io gliel'ho chiesto più volte in passato, ma non ha mai voluto incontrarmi", ha affermato all'Adnkronos Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, riferendosi alla morte di Sabrina Minardi e alle dichiarazioni che fece sulla scomparsa della sorella. "Ad alcune cose che ha detto Minardi ho sempre creduto. Alcune cose importanti le ha dette", continua Orlandi, convinto che tra le tante affermazioni abbiano un fondo di verità quelle in cui "racconta che avrebbe portato questa ragazza, che ha identificato come Emanuela, lungo la strada delle mille curve e l'avrebbe lasciata davanti al benzinaio del Vaticano" dove poi sarebbe avvenuto il passaggio su un'altra auto. "Solo una persona che conosceva quelle cose poteva parlarne", ha concluso.
Il presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta
"Oggi è scomparsa Sabrina Minardi. A poche ore di distanza c'è già chi pensa di sollevare la polemica relativa al fatto che non fosse stata audita dalla Commissione che presiedo in questi primi dieci mesi di attività. Voglio quindi ricordare che la Commissione ha richiesto, tra i primissimi documenti, quelli relativi alle dichiarazioni della Minardi sul presunto coinvolgimento di Enrico De Pedis nella scomparsa di Emanuela Orlandi, oggetto di indagini della Procura di Roma dal 2008 al 2015, vagliate dalla Procura, dal gip e dalla Cassazione e ritenute contraddittorie e inattendibili". Lo dichiara il senatore Andrea De Priamo, Presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. "Stiamo dedicando a questo, come agli altri filoni istruttori, la massima serietà e attenzione e nessuno dei commissari sia di maggioranza che di opposizione, fino ad oggi, aveva manifestato l'urgenza di convocare in audizione Sabrina Minardi, anche tenuto conto delle sue fragilissime condizioni di salute fisica e psichica", osserva. "Stiamo lavorando con un metodo serio e rigoroso e con un ordine dei lavori fino ad oggi sempre condiviso, per sfrondare questa vicenda dalle false piste, dalle sceneggiature e da narrazioni sensazionalistiche, nel rispetto prima di tutto di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, e proseguiremo incessantemente in questa direzione".