Venerdì 20 Dicembre 2024
REDAZIONE ROMA

Morta a Roma l’ex brigatista Barbara Balzerani, partecipò al rapimento Moro

Dirigente della colonna romana delle Br, prese parte all’agguato di via Fani e al sequestro del generale della Nato, James Lee Dozier. Primula rossa dell’organizzazione, fu arrestata nell’85

Barbara Balzerani durante il processo, A destra, con Renato Curcio

Roma, 4 marzo 2024 – È morta a Roma all’età di 75 anni l'ex brigatista Barbara Balzerani. Ex Primula Rossa, fu una delle militanti di spicco delle Brigate Rosse, in cui entrò nel ‘75 e da cui non prese mai veramente le distanze. Non si pentì mai e nemmeno si dissociò, ma dichiarò un profondo rammarico “per quanti furono colpiti” dai terroristi.

Partecipò al rapimento Moro e al sequestro del generale Dozier. Rivendicò l'omicidio dell’ex sindaco di Firenze, Lando Conti, freddato con 17 colpi di pistola mentre andava in consiglio comunale. Il figlio: “Non è stata punita dallo Stato come meritava”

Chi era Barbara Balzerani

Nata a Colleferro nel 1949, Balzerani aderì alle Br nel 1975. Nel 1981 partecipò al sequestro del generale della Nato, James Lee Dozier. Nel 2006 le fu concessa la libertà condizionale e nel 2011 fu definitivamente libera avendo scontato la sua pena.

Con la sua morte, avvenuta 46 anni dopo il Caso Moro, si spegne una delle persone che avrebbero potuto chiarire i mille misteri che avvolgono, ancora oggi, il rapimento e poi la morte dell’ex presidente della Dc.

Morta a Roma l'ex Br Barbara Balzerani, aveva 75 anni
Morta a Roma l'ex Br Barbara Balzerani, aveva 75 anni

L’agguato di via Fani

Barbara Balzerani prese parte a numerosi omicidi delle Br, compreso quello di Girolamo Minervini, e all'agguato di via Fani del ‘78, durante il quale venne rapito Aldo Moro. Nel 1981 partecipò al sequestro del generale della Nato, James Lee Dozier. Balzerani fu tra gli ultimi esponenti delle Br ad essere arrestati: fu catturata il 19 giugno 1985, assieme a Gianni Pelosi. Per questo venne soprannominata la 'Primula rossa’.

Primula rossa

Non si pentì nè si dissociò mai, ma fu critica nei confronti del periodo della lotta armata: nel 1993 dichiarò di provare rammarico per i tanti che furono colpiti dal terrorismo e nel 2003 criticò l'attività delle cosiddette Nuove Br. Nel 2006 le fu stata concessa la libertà condizionale: tornò in libertà, avendo scontato la pena, nel 2011.

Il suo nome ritornò sulle pagine dei giornali per le polemiche seguite ad un suo post su Facebook: "Chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?", riferendosi ai 40 anni dalla strage di via Fani dove vennero uccisi gli agenti di scorta di Moro.

A  sinistra Barbara Balzerani prima dell'arresto. A destra, lsa 'compagna Sara' nella foto segnaletica
A sinistra Barbara Balzerani prima dell'arresto. A destra, lsa 'compagna Sara' nella foto segnaletica

I libri e la ‘lettera’ immaginaria al padre

Negli anni, Barbara Balzerani ha scritto numerosi libri: l’opera d’esordo nel 1998, ‘Compagna luna’, seguiti da ‘La sirena delle cinque’ (2003), ‘Perché io, perché non tu’(2009), ‘Cronaca di un'attesa,’ (2011), ‘Lascia che il mare entri’ (2014), ‘L'ho sempre saputo’ (2018).

Il suo ultimo libro risale al del 2020, ‘Lettera a mio padre’. In quest'ultimo lavoro, in particolare, in una sorta di dialogo immaginario con il padre racconta: "Mi chiedevi dove avessi fallito con me. Come fosse stato possibile che non mi avessi fermata in tempo. Ti dicevo che non avevi colpe. Che non avresti potuto fare nulla. Che il mio tempo era stato scandito da un'occasione di riscatto che tu non avevi conosciuto".

L’addio sui social: “Troppo forte il dolore

“Ciao Barbara, comunista rivoluzionaria, scrittrice, più semplicemente e soprattutto 'sorella a me', come mi dicevi, come ci dicevamo, una delle tante cose di cui ti sono per sempre grata". Così su Facebook l'autrice Silvia De Bernardinis informa della morte di Barbara Balzerani.

"Verrà il momento delle parole – continua – che ora non escono, troppo forte il dolore. Grazie di tutto, proprio tutto, niente escluso. Della tua passione e del cuore che ci hai sempre messo. Non smetterai di esserci a fianco, di parlarci, in ogni increspatura della storia, in ogni suo improvviso e inaspettato cambiamento di scenario".

Figlio dell’ex sindaco di Firenze: “Mai punita come  meritava”

"La morte di Barbara Balzerani è una bellissima notizia. Un orrendo individuo se ne è andato via definitivamente". A parlare è Lorenzo Conti, figlio di Lando, l’ex sindaco di Firenze ucciso da un commando brigatista il 10 febbraio 1986. "Non provo nulla", dice commentando la morte dell'ex primula rossa che, ormai in carcere, rivendicò l'omicidio del primo cittadino toscano, freddato mentre andava in consiglio comunale con 17 colpi di pistola.

Lorenzo Conti, che quando il padre venne ammazzato aveva appena 20 anni, non ha mezzi termini parlando dell'ex brigatista: "Lei ha continuato a rivendicare, a fare di tutto e di più. Non è stata punita dallo Stato come sarebbe dovuta essere punita, sempre 'benedetta' da qualcuno, e ora se n'è andata via. Bene, giustissimo, ora pagherà quello che dovrà pagare, con tutti i morti che ha fatto. Se c'è il Signore, speriamo ci sia una giustizia divina".

Parenti delle vittime: le reazioni

"Di fronte alla morte non ci sono parole, solo il rammarico perché è venuta a mancare una vita umana, che ha avuto i suoi errori, i suoi sbagli, il suo passato terribile, soprattutto per la società. Ma di fronte alla vita umana c’è solo da farle una preghiera. Ha sbagliato, ha creato dolore ma io non provo odio, perché l'odio distrugge. Pregherò per lei, perché ovunque sarà possa essere accolta". Sono le parole di Giovanni Ricci, figlio di Domenico, carabiniere ucciso nell'agguato di via Fani. 

A rompere il silenzio 64 anni dopo via Fani, anche Adriana Zizzi, sorella di Francesco, il poliziotto della scorta di Aldo Moro, ucciso nell'agguato. "La notizia della morte di Barbara Balzerani mi ha scombussolato. La giustizia vera è quella del Signore e adesso deve rispondere a Dio, a noi non lo ha fatto".