Roma, 14 novembre 2022 - "Ti punto la pistola in gola e ti sparo... attenta con chi esci che non c'ho paura di fare un omicidio". È solo dei tanti messaggi che un 23 enne di Roma ha inviato alla ex. La giovane per giorni è stata presa di mira perché si è rifiutata di riallacciare una relazione sentimentale con lui.
Vessazioni di ogni tipo, andate avanti dal 3 maggio al 2 luglio del 2020 per le quali la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per le accuse di stalking e minacce. Nel capo di imputazione viene ricostruita la vicenda nata dopo che la ragazza si è rifiutata di "intrattenere con l'uomo alcun tipo di rapporto".
In particolare l'indagato ha cominciato a contattare gli amici della giovane per ottenere informazioni sui suoi spostamenti al fine di "ottenere un incontro» e minacciando di "spaccare tutto se non avesse trovato la ragazza sotto casa" L'uomo è poi passato alle vie di fatto con telefonate continue condite da minacce esplicite e insulti: "ora vengo sotto casa tua e faccio un macello".
Il 20 giugno di due anni fa dopo avere contattato la giovane per "convincerla a tornare con lui", all'ennesimo rifiuto l'ha minaccia di morte. "Ti punto la pistola in gola e ti sparo - le scrive -. Ora vengo dove abiti e giuro ti traumatizzo, a te non ti tocco ma uccido i tuoi genitori comincia a correre".
Un clima di terrore che ha portato la vittima a presenta una denuncia alle forze dell'ordine. Per lui è scattata l'accusa di stalking aggravato per avere determinato nella vittima, difesa dall'avvocato Cristiano Brunelli, un perdurante e grave stato di ansia nonché un fondato timore per la propria incolumità"Stalking condominale: donna condannata a 9 mesi di reclusione. La vittima ha cambiato casa.