Roma, 16 maggio 2024 – “Quello che penso di quel che avviene a Gaza l'ho detto pubblicamente, in occasioni significative come l'intervento all'Assemblea Generale dell'Onu o nella lettera inviata al presidente della Repubblica israeliano, anche reiterando la richiesta di un immediato cessate il fuoco”. Lo ha detto oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’aula magna dell’Università La Sapienza in occasione della premiazione degli studenti più meritevoli.
“Una lettera che è stata pubblicata mi ha sollecitato a non rinchiudermi in quella che è stata definita la torre d'avorio del rettorato ed entrando un cartello mi chiedeva cosa penso di quello che sta avvenendo a Gaza: non voglio lasciare questa domanda senza risposta”, ha spiegato il presidente. La sua visita all’ateneo romano si è tenuta in un clima tutt’altro che disteso. Infatti da giorni ormai gli studenti pro-Palestina sono accampati all’esterno dell’edificio (proteste analoghe si stanno svolgendo anche in altre Università italiane, come a Pisa e Torino, ndr) per protestare contro la guerra a Gaza.
Il discorso di Mattarella
"La condizione della questione della pace in Medio oriente, del diritto all'esistenza e alla
sicurezza di Israele, dei diritti del popolo palestinese. E tra questi diritti quello di avere uno stato in cui riconoscersi. E' una questione che la comunità internazionale avverte con grande preoccupazione e non da oggi – ha detto Mattarella alla Sapienza –. E non soltanto da quando
l'assassinio di tante persone inermi ad opera di Hamas ha innescato una spirale di spaventosa violenza". "Quello che penso di quanto avviene a Gaza – ha ribadito – l’ho detto pubblicamente e non in circostanze fortuite o informali”. “Per la nostra Repubblica – ha aggiunto – tutte le violazioni dei diritti umani vanno denunciate e contrastate. Tutte. Ovunque. Sempre. Perché la dignità umana, la rivendicazione della libertà, la condanna della sopraffazione, il rifiuto della brutale violenza non cambiano valore a seconda dei territori, a seconda dei confini tra gli Stati, a seconda delle relazioni internazionali tra parti politiche o movimenti".