Roma, 11 novembre 2021 – Dal Lazio al Veneto l’influenza aviaria si diffonde e preoccupa. Le misure straordinarie per il contenimento del focolaio di influenza aviaria individuato in un allevamento avicolo di Ostia sono scattate in tempi brevissimi, sul caso è attivo l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana. “I servizi veterinari stanno facendo un ottimo lavoro e il focolaio di aviaria è al momento sotto controllo. Tutti i volatili presenti nell'allevamento sono stati abbattuti e, buona notizia, i prelievi sui suini hanno dato esito negativo”. Influenza aviaria, il caso di Ostia e gli altri focolai in Veneto
Isolato il ceppo ad Ostia
Oggi si è tenuta inoltre una riunione dell'Unità di Crisi veterinaria nazionale nel corso della quale il Centro di Referenza nazionale ha riferito, rispetto al sequenziamento del virus isolato ad Ostia, che non è lo stesso virus circolante in Veneto, ma “si tratta di un ceppo isolato in passato in uccelli selvatici provenienti dal nord Europa e dall'Asia Centrale”. In ogni caso, secondo il Centro di Referenza nazionale, i virus attualmente circolanti, compreso quello isolato ad Ostia, non presentano rischi di potenziale trasmissione da animale a uomo. “Continua l'azione di monitoraggio condotta nelle due aree di protezione che continueranno ad essere sottoposte alle misure previste nell'ordinanza” conclude la nota dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana.
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Lav: “Bisogna invertire la rotta ”
''Le autorità sanitarie alle prese con focolai di questo tipo, parlano di misure di sicurezza potenziate nello smaltimento delle carcasse, nel comportamento degli operatori all'interno degli allevamenti, nella disinfezione dei mezzi: quello di cui non si vuole parlare è la necessità di un cambiamento totale dell'approccio che abbiamo nei confronti dello sfruttamento degli animali coinvolti nelle filiere alimentari di tutto il mondo''. Lo dichiara Lorenza Bianchi, responsabile Lav area Animali negli Allevamenti, a seguito del focolaio di influenza aviaria in un allevamento avicolo di Ostia, che si va ad aggiungere a quelli registrati in Nord Italia e nel resto d'Europa, tutti casi ad alta patogenicità.
"Densità altissime, debolezza immunitaria causata da una selezione genetica orientata unicamente al profitto e condizioni di non-vita all'interno di capannoni creano le condizioni perfette per il contagio tra animali e l'insorgenza di zoonosi", spiega la Lav ''Quello che avremmo dovuto imparare dalla pandemia di Sars-Cov-2 ancora in corso è che non possiamo continuare a basare sullo sfruttamento degli animali e sulla distruzione dell'ambiente la nostra presenza su questo Pianeta - prosegue Bianchi - e invece ci ritroviamo ancora qui, in attesa della quarta ondata, a combattere con un altro virus molto pericoloso senza però mettere in discussione le cause che ne determinano la diffusione''. E conclude: ''Non c'è più tempo, dobbiamo cambiare radicalmente il nostro sistema alimentare verso produzione e consumo di cibi vegetali, restituendo agli animali ciò che gli spetta, per salvare anche noi stessi''.