Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE ROMA

Infermiera uccisa a Roma, convalidato l’arresto dell’ex compagno. Gli zii della vittima: “Rossella era molto preoccupata”

Convalidato l’arresto, il 45enne Adil Harrati resta in carcere. Forse un movente economico: la vittima era uscita per prelevare dei soldi. Stasera fiaccolata al San Filippo Neri in ricordo di Rossella Nappini. Sabato i funerali: ecco dove

Il luogo del delitto. Il 45enne Adil Harrati e Rossella Nappini, 52 anni

Roma, 7 settembre 2023 – Convalidato l’arresto, Adil Harrati resta in carcere. La decisione è arrivata a poche ore dall’udienza avvenuta questa mattina a Regina Coeli. Nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere il 45enne Adil Harrati, l’ex fidanzato di Rossella Nappini, l’infermiera uccisa a coltellate il 4 settembre nell’androne della casa di via Giuseppe Allievo, in zona Trionfale-Primavalle. Stasera la fiaccolata davanti all’ospedale san Filippo Neri, dove la donna lavorava da tempo. Sabato i funerali all’ospedale San Filippo Neri di Roma. 

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L’udienza

L’uomo – un operaio edile di origine marocchina, a Roma senza permesso di soggiorno e con precedenti per rapina in un supermercato – è comparso questa mattina davanti al gip per l’udienza di convalida del fermo. L’udienza si è svolta nel carcere di Regina Coeli, dove Harrati è rinchiuso dalla notte dell’arresto. Le accuse a suo carico sono pesanti: omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione.

Secondo gli inquirenti, infatti, l’uomo sarebbe arrivato sotto il palazzo della vittima con il coltello in tasca: ma al momento l’arma non è stata ritrovata. Assistito dal difensore Rosario Cunsolo, il 45enne è rimasto in silenzio davanti alla giudice Daniela Caramica D'Auri, che nelle prossime ore deciderà se confermare o meno il fermo dell’indiziato.

Funerali: ecco dove e quando

I funerali dell'infermiera 52enne si terranno sabato 9 settembre alle 11.30 nella cappella dell’ospedale San Filippo Neri. Lo rende noto attraverso i social la sorella della vittima, Monica Nappini.

Gli zii: “Rossella era molto preoccupata”

“Nostra nipote era molto preoccupata negli ultimi tempi: si era anche confidata con nostro figlio, che era suo cugino, con il quale si sentiva per messaggio praticamente tutti i giorni. Il marocchino non lo conoscevamo, ma era evidente che Rossella soffrisse per qualche motivo”, hanno raccontato gli zii di Rossella Nappini al Corriere.

Il movente

Una relazione difficile: questo aveva confidato Rossella ad amici e familiari. Sembrerebbe che l’uomo l’avesse perfino costretta ad una convivenza nell’appartamento della donna. Era stati lì che Harrati aveva conosciuto Rossella durante dei lavori di ristrutturazione nel palazzo. I due avevano avuto una breve relazione nella primavera scorsa, poi interrotta per motivi ancora tutti da approfondire. Forse un atteggiamento violento dell’uomo?

Quel pomeriggio Rossella era uscita dall’appartamento della madre – dove si era trasferita all’inizio dell’estate per accudirla – e aveva detto di voler andare al bancomat dell’ufficio postale per prelevare dei soldi. Denaro che avrebbe dovuto consegnare proprio al suo ex? È questo uno dei punti che gli inquirenti stanno cercando di chiarire per mettere a fuoco il movente, al momento ancora sconosciuto.

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L’interrogatorio: le domande chiave

Harrati non ha risposto a nessuna delle domande dell’interrogatorio. Non ha voluto chiarire perché le celle telefoniche del suo apparecchio indicherebbero la sua presenza nella zona dell'omicidio. E nemmeno se il racconto della testimone chiave – una vicina di casa di Rossella Nappini che lo avrebbe visto allontanarsi subito dopo il delitto – corrisponda a verità. O se l’uomo avvistato dalla finestra fosse un’altra persona. E ancora: dove ha gettato o nascosto il coltello con cui si sospetta abbia ucciso con 20 fendenti la sua ex compagna.

Video e testimoni: perché l’arresto di Harrati

La giudice si è riservata di decidere a breve sulla richiesta di detenzione preventiva in carcere di Harrati, motivata dal pericolo di fuga, avanzata dalla pm Claudia Alberti, titolare dell'inchiesta. La pubblico ministero contesta ad Harrati l'omicidio il delitto di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

Sul tavolo della procura, a sostegno dell'impianto accusatorio, ci sono video delle telecamere di sorveglianza, celle telefoniche agganciate e testimonianze. Il 45enne, risultato irregolare sul territorio nazionale, si sarebbe presentato in via Giuseppe Allievo armato di coltello con l'idea di colpire la donna. Per questo i pm della procura di Roma hanno deciso di contestare aggravante.