Venerdì 22 Novembre 2024
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Incidente Casal Palocco, il gip: il suv viaggiava a oltre 120km/h. “Gli amici chiesero di rallentare”

L'ordinanza per i domiciliari di Matteo Di Pietro, indagato per omicidio stradale aggravato, rivela i dettagli dello scontro fatale che ha provocato la morte del piccolo Manuel. Il Lamborghini lanciato a tutto gas: in 10 secondi da 0 a 124 km/h sulla via del quartiere

Incidente a Roma, ai domiciliari lo youtuber Matteo Di Pietro indagato

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Roma, 26 giugno 2023 - Il Suv Lamborghini guidato da Matteo Di Pietro, indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni nell'ambito dell'inchiesta sull'incidente di Casal Palocco in cui è morto il piccolo Manuel, poco prima dell'impatto con la Smart viaggiava a una velocità di oltre 120 km/h. Lo sottolinea il gip Angela Gerardi nell'ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari per il giovane youtuber. Ed è fissato per domani 26 giugno l'interrogatorio di garanzia Di Pietro. Nell'incidente erano rimasti feriti anche la mamma di Manuel e la sorellina di 4 anni. All'arresto del ventenne si è arrivati dopo le indagini condotte da polizia locale e carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino.

Fiaccolata per Manuel, clicca sull’immagine per sfogliare la gallery

L’incidente

Dalla ricostruzione emerge che la Lamborghini "percorreva Via dei Pescatori, da cui proveniva, diretta in Via Macchia Saponara, alla velocità di circa 145 km/h; che al momento di imboccare via di Macchia Saponara alle ore 15:38, si fermava; che imboccata tale via, riprendeva velocità raggiungendo in soli 14 secondi la velocita' di 124 km/h immediatamente prima dell'impatto". "I dati tratti dal gps - evidenzia il gip - hanno segnalato l'accelerazione repentina del mezzo che, una volta immessosi su via di Macchia Saponara, passava in poco più di dieci secondi, da 0 km/h a 124 km/h, poco prima dell'impatto. L'assenza di tracce di frenata dimostra verosimilmente che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell'avvistamento dell'auto in prossimità del punto in cui si è verificato l'incidente"

Gli amici: “Rallenta”

Ha noleggiato il Suv Lamborghini con "l'unico ed evidente fine di impressionare e catturare l'attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all'interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità", si legge nell'ordinanza con cui sono stati disposti i domiciliari per il ventenne. Gli amici. Finora sul fascicolo aperto per l’incidente Di Pietro risulta come unico indagato per omicidio stradale e lesioni, ma potrebbero essere riascoltati anche gli altri tre ragazzi a bordo della Lamborghini, dove c’era anche una ragazza, salita sulla ipercar pochi minuti prima dello schianto.

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Telecamere sparite

Sussiste il pericolo di inquinamento delle prove, così come ritenuto dal pm tenuto conto del mancato rinvenimento, all'interno della Lamborghini, delle due telecamere utilizzate per la registrazione dei video che, per come riferito dagli amici di Di Pietro erano in funzione e al momento dell'incidente utilizzate da uno di loro". Per quanto riguarda la personalità dell'indagato, il giudice afferma che "non appare tranquillizzante, tenuto conto che la sua principale fonte di reddito sembrerebbe rappresentata proprio dalla realizzazione di video da pubblicare su siti web riferibili alla società The Borderline srl, di cui l'indagato è socio oltre che amministratore delegato e che ha già in precedenza realizzato altri video e challenge a bordo di autovetture, proponendo sfide analoghe, con il rischio di mettere in pericolo l'incolumità propria e degli altri utenti della strada".

Sull'auto due telecamere, una era GoPro

"Un testimone che era sul luogo dell'incidente ha riferito di avere sentito un ragazzo dell'età di circa 20/25 anni con i capelli castano scuro e con maglia scura il quale avvicinatosi gli aveva detto: 'Non ti preoccupare pagheremo e sistemeremo tutto"", si legge in un altro passaggio dell'ordinanza.

Dall'atto del magistrato emerge, inoltre, che sulla Lamborghini, secondo il racconto dei testimoni che ne erano a bordo, "c'era una videocamera GoPro munita di bastone poggiato sul poggia-braccio. In auto erano state utilizzate almeno due telecamere. Di Pietro sapeva di essere ripreso all'interno dell'auto, ma non interagiva con la telecamera ed era sempre concentrato alla guida".

Condotta gravemente imprudente

A proposito dei gravi indizi di colpevolezza per il giudice "ricorrono, nel caso in esame, specifiche esigenze cautelari e, in particolare, si ravvisa il concreto e attuale pericolo che l'indagato possa commettere ulteriori reati della stessa specie di quelli per cui si procede, desumibile dalle modalità della condotta, gravemente imprudente, poiché sostanziatasi nella guida di un'auto di grossa cilindrata a velocità sostenuta e comunque certamente superiore al limite massimo imposto nei centri urbani, peraltro in pieno giorno e nonostante la presenza di attraversamenti pedonali". Inoltre la "riscontrata positività ai cannabinoidi poi, sebbene non vada ad integrare la circostanza aggravante dell'omicidio stradale, che infatti il Pubblico Ministero non ha contestato potendo essa riferirsi ad assunzioni risalenti a diversi giorni prima, rimarca ulteriormente un tratto trasgressivo dell'indole dell'indagato, che conferma il quadro sopra delineato. Si rende dunque indispensabile l'adozione di una misura cautelare che sia adeguata a fronteggiare tale pericolo di reiterazione", scrive il gip.

La manovra della Smart

"La condotta di Di Pietro deve ritenersi gravemente colposa e causativa del sinistro nonché delle conseguenze alle vittime a prescindere dall'eventuale accertamento di concause eventualmente ascrivibili alla conducente della Smart". È un altro terribile passaggio dell'ordinanza. Nel provvedimento vengono citate una serie di testimonianze sia delle persone che erano a bordo del Suv sia di chi era nella zona dell'incidente.

I testimoni

Un testimone ha raccontato agli inquirenti "di trovarsi alla fermata del bus in via Archelao di Mileto e di avere visto sopraggiungere un veicolo di colore bianco (la Smart ndr) che mentre svoltava a sinistra veniva violentemente urtato da una automobile blu (il Suv ndr) che procedeva in senso opposto e che la trascinava su via di Macchia Saponara". Il conducente di un bus Atac ha affermato agli inquirenti che la "manovra effettuata per la svolta a sinistra" da parte della Smart "era stata molto rapida, senza esitazione cosa che lo induceva a ritenere che la conducente della Smart non avesse visto o non si fosse accorta dell'arrivo della Lamborghini che a sua volta aveva tentato di frenare", scrive il gip per il quale "l'assenza di tracce di frenata dimostra verosimilmente che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell'avvistamento dell'auto in prossimità del punto in cui si è verificato l'incidente". Dalla visione delle immagini registrate da una telecamera di sorveglianza "si nota la presenza in via Macchia Saponara della Lamborghini che procedeva ad una velocità sicuramente elevata e che a ridosso dell'attraversamento pedonale frenava per pochi istanti - avendo verosimilmente avvistato la Smart che intraprendeva la manovra verso sinistra - non riuscendo ad arrestare la marcia e impedire l'impatto".

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