Roma, 26 dicembre 2023 – Due incendi sospetti in 18 mesi: alla discarica di Malagrotta spunta l’ombra delle ecomafie. Mentre i cittadini temono l’effetto diossina e attendono di conoscere i dati dei due campionatori installati dall'Arpa a ridosso dell'incendio, inquirenti e istituzioni sembrano ipotizzare che dietro al rogo della Vigilia di Natale posso esserci una matrice mafiosa.
Ad accertare o escludere l’ipotesi del dolo saranno le indagini, intanto giovedì 28 dicembre ci sarà un sopralluogo della Commissione Ecomafie. “Credo che ci siano non pochi aspetti della vicenda, compreso il susseguirsi di incendi nell'ex discarica, da mettere sotto la lente della Commissione e da sviscerare”, dice Jacopo Morrone, il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo di rifiuti, ai reati ambientali e agroalimentari. Intanto Roma rischia una nuova emergenza rifiuti.
Telecamere sotto sequestro
Verranno vagliate anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza dell'impianto di rifiuti di Malagrotta per far luce sul maxi incendio divampato domenica pomeriggio. Al momento non si escluderebbe nessuna ipotesi, compresa quella del gesto doloso. I vigili del fuoco hanno lavorato una notte intera per spegnere le fiamme e poi allo smassamento e raffreddamento dei materiali all'interno del capannone grande circa 14mila metri quadrati.
Sospetti su ecomafie?
Due roghi in 18 mesi al Tmb di Malagrotta, il centro di trattamento dei rifiuti di Roma. L’ultimo era accaduto nell’estate del 2022 e aveva fatto schizzare in alto i livelli diossina a Roma e nei Comuni della zona.
Due eventi troppo ravvicinati da non destare sospetti. “Compatibilmente con i procedimenti giudiziari già in corso, credo sia da porre la massima attenzione e collaborazione per accertare le cause degli incendi e per accelerare la messa in sicurezza del sito”, sottolinea Morrone.
D’altronde anche il sindaco Gualtieri ha parlato di “episodio strano”. Matrice dolosa? “Se ci trovassimo in presenza di un atto doloso, sarebbe un fatto di una gravità inaudita”, ha detto il sindaco a Repubblica.
Sopralluogo e audizioni
Morone ha attivato gli uffici della Commissione Ecomafie per organizzare un sopralluogo all'impianto giovedì 28 dicembre e, a seguire, indire una serie di audizioni per “valutare la situazione che si sta prospettando di rilevante gravità, oltre che dal punto di vista ambientale e sanitario anche da quello della raccolta rifiuti a Roma, già in pesante sofferenza”.
Centraline Arpa
Nelle ore successive al rogo, le quattro centraline della rete fissa di monitoraggio della qualità dell'aria più vicine a Malagrotta non hanno registrato variazioni delle polveri sottili (PM10). Le centraline di Malagrotta, situata a 3 km dal sito dell'incendio, Castel di Guido (a 7 km) e le due di Fiumicino (a 12 km) “non sono state interessate dalle polveri generate dall'evento”, così come le altre presenti a Roma, spiegano da Arpa Lazio.
Ora bisognerà aspettare i dati dei rilevamenti effettuati dai due campionatori installati il 24 dicembre dall'Arpa a ridosso dell'incendio: uno a nord est, a circa 500 metri dal Tmb1, e uno a sud ovest, a circa 100 metri dal luogo dell’incendio. I campionatori potranno fornire dati anche sulle diossine.
Pericolo diossina: l’ordinanza
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha firmato un’ordinanza con alcune restrizioni precauzionali per i cittadini: dalle finestre chiuse in caso di “fumi persistenti e maleodoranti”, al divieto di “raccolta e consumo di prodotti alimentari di origine vegetale prodotti” nell’area di Malagrotta. E non solo: ecco il testo completo dell’ordinanza.
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