Roma, 9 ottobre 2021 – Propongono “proposte concrete” per migliorare la giustizia italiana e riconoscere il diritto delle vittime all’accertamento della verità, partendo da “una Procura nazionale unica per delitti ambientali, stragi e sicurezza sul lavoro” che abbia il know how per affrontare casi complessi. Oggi, sabato 9 ottobre oltre 60 associazioni di familiari delle vittime di stragi italiane dell’ambiente e del lavoro sono arrivate a Roma da tutta Italia in occasione della “Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali”, nata nel 2011 per ricordare le 2mila vittime del disastro del Vajont. Le associazioni, da Viareggio a Moby Prince, dal Ponte Morandi, al Vajont, riunite nel nome “Comitato Noi, 9 Ottobre” hanno presentato un appello pubblico nel maggio scorso con proposte di riforma della giustizia, per il riconoscimento costituzionale dei diritti delle vittime e per un giusto processo di cui sono certi di non aver fatto esperienza.
“Sono talmente tante le stragi in Italia che non si ricordano tutte” dice uno dei partecipanti al sit- in in piazza Santissimi Apostoli, nel centro di Roma, del “Comitato Noi, 9 ottobre". In piazza sono rappresentati oltre 50 anni di stragi. Partendo proprio da quella del Vajont fino a Rigopiano; dai morti del ponte di Genova alle vittime del terremoto di Amatrice e del Centro Italia; dalle stragi ferroviarie di Viareggio e di Andria-Corato, al disastro aereo dell'Istituto Salvemini fino alla tragedia della torre dei piloti di Genova. Ed ancora, il disastro della Moby Price e quella continua, ormai quotidiana, dei morti sul lavoro. “Il mandante di tutte queste stragi è il profitto - ha spiegato Daniela Rombi la vice-presidente dell'associazione 'Il mondo che vorrei che riuscire i parenti di Viareggio - perché i padroni vogliono guadagnare e risparmiano sulla sicurezza”.
In piazza anche Moni Ovadia e il senatore M5S Sergio Romagnoli. I parenti, gli amici e le associazioni dei tanti morti sono scesi in piazza “perché uniti siamo più forti - ha aggiunto Rombi - per rivendicare il nostro bisogno di giustizia”. E a loro dire la nuova legge Cartabia “non fa giustizia per nessuno e mette a rischio prescrizione molti processi«, come ad esempio quello di Rigopiano o dell'incidente ferroviario di Andria e Corato, o dei tanti processi per l'amianto o gli incidenti sul lavoro. I politici così facendo credono che si accorcino i processi, ma la realtà è che bisogna assumere cancellieri e magistrati”. Nel pomeriggio sempre nel centro di Roma, hanno organizzato una assemblea stilando una mozione da sottoporre all'attenzione dei politici ma soprattutto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel documento oltre alla riforma delle norme che regolano i tempi della prescrizione per i disastri ambientali e sul lavoro, chiedono, tra l'altro, la modifica delle norme del Codice penale sul reato di disastro, la creazione di una Procura nazionale unica, una sorta di Superprocura come per la mafia, altamente specializzata per i disastri che riguardano reati sulla sicurezza del lavoro, ambientali, calamitosi e anche alimentari e di modificare la legge n.101/2011 che istituisce la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali” eliminando la parola “incuria”, che “minimizza le responsabilità”.