Roma, 10 marzo 2023 - "Noi non siamo pronti, loro lo erano perché hanno saputo vivere con intensità". Lo ha detto monsignor Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l'Italia, durante l'omelia nel corso dei funerali solenni dei piloti aeronautici Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello, che si sono tenuti questo pomeriggio a Guidonia nella Chiesa di Santa Maria di Loreto.
Incidente aereo a Guidonia: per i due piloti morti da eroi bandiere a mezz’asta Frecce Tricolori, i sorvoli su Roma per i 100 anni dell'Aeronautica di martedì 28 marzo
I due aviatori hannno perso la vita nell'incidente aereo di martedì scorso, mentre erano ai comandi dei velivoli U-208A, nell'ambito di una missione di addestramento nei pressi della base aerea del 60° Stormo, a Guidonia. Precipitando uno dei due mezzi è finito in un campo, l'altro è riuscito con una manovra estrema ad evitare le case, finendo al centro di una via, come hanno fraccontato diversi testimoni.
"Istinto sgorgato dal cuore"
"La loro storia, fino all'ultimo gesto di eroismo, insegna che non si vive solo per se stessi. Grazie alla loro manovra estrema si è sventata una tragedia di dimensioni maggiori, la manovra estrema non è solo perizia e coraggio - ha detto il religioso - ma è stata ancor più istinto sgorgato dal cuore e umanità profonda dei nostri amici". Quanto accaduto "non è un'ombra sul Centenario - ha detto ancora Marcianò nel corso della sua omelia rivolgendosi alla 'famiglia Aeronautica' - ma la lucerna di cui parla Gesù sul vostro servizio per la giustizia e la pace".
"Rischio della vita per il bene altrui"
"Giuseppe e Marco hanno vissuto il rischio, ma non quello di chi sfida la morte perché disprezza la vita. È il rischio previsto in una professione che, se portata avanti fino alla fine, espone al rischio stesso della propria vita per il bene della vita altrui". Marcianò ha ringraziato direttamente i due giovani piloti deceduti: "Due vite accomunate da una passione infinita per il volo - ha ricordato - e da una grande competenza nello svolgimento dei propri compiti. Giuseppe: un'esperienza di istruttore di volo lunga, validissima e richiesta anche all'estero, in scuole, in missioni di sostegno alla pace, come pure nel supporto alla Protezione civile per le calamità naturali e i trasporti sanitari. Marco: una dedizione consegnata a compiti diversi, tra i quali il soccorso aereo e il trasporto di pazienti in biocontenimento nell'emergenza pandemica da Covid 19. Due esistenze intense, seppur brevi". "Rimarrete nei nostri cuori", ha concluso il prelato. "Marco e Giuseppe erano con 'l'abito di lavoro', con la tuta da volo, "di servizio, potremmo dire, con la divisa; ed è commovente che la morte li abbia colti così, in una pienezza di vita". Incidente stradale a Capena, auto si ribalta: 3 feriti gravi 1 in elisoccorso al Gemelli