Roma, 26 ottobre 2023 – "Vorrei tornare a lavorare tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Mi occupo di patologie che non puoi lasciare a lungo". A parlare è il professor Francesco Le Foche, immunologo clinico, il medico 66enne aggredito da un ex paziente nel suo studio di Roma una ventina di giorni fa, nel corso di un’intervista trasmessa ieri su Rai Radio2.
"É stato anche istruttivo, sono stato dall’altra parte della corsia”
"Sto molto meglio - ha raccontato - il controllo oculistico è andato bene, sto recuperando, dopo i primi giorni in cui ho avuto una commozione cerebrale. Il mio è stato un percorso anche istruttivo, sono stato dall'altra parte della corsia e ho apprezzato quello che i miei colleghi fanno per tutti. Mi sono svegliato nella terapia intensiva, mi sono reso conto di essere in rianimazione perché accanto a me c'era una persona intubata, mi sono subito fatto una specie di autodiagnosi. I miei colleghi, a cui devo dire grazie, sono riusciti a ricostruirmi la retina, ho fatto tre interventi in anestesia generale in quattro giorni, è stato piuttosto complesso, ma piano piano è andata sempre meglio".
"L’aggressione? Ho perso subito conoscenza”
Sull'aggressione: "Ho avuto la fortuna di non vivere l'atto, ho perso subito conoscenza - ha detto Le Foche - Faccio il medico, ora devo potere superare tutto, anche psicologicamente. Penso ai medici di medicina generale che sono da soli nel loro ambulatorio, ai medici del Pronto soccorso che sono esposti alle possibilità di aggressioni. Il mio è stato un caso eccezionale. La mamma del mio aggressore è molto perbene, segue tantissimo il figlio, con le sue modalità, che probabilmente non sono in grado di poterlo gestire. Riuscivo a contenerlo quando ho avuto modo di parlare con lui, lei mi guardava con ammirazione, mi sento di stare dalla parte di questa mamma, che credo abbia fatto il massimo per il figlio, vorrei abbracciarla per il trasporto affettivo che ha nei confronti di questo ragazzo".
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