Giovedì 8 Agosto 2024

Femminicidio Roma: “Annarita Morelli monitorata da tempo”. Ossessione, gelosia e quella separazione mai accettata

Il marito Domenico Ossoli afferma: “Volevo spararle alle gambe, non ucciderla”. Ma il pm non ci sta: “Analisi medico legale indica che sua versione è incompatibile”. Trovate decine di registrazioni in casa del reo confesso

Roma, 7 agosto 2024 – Iniziano a delinearsi i dettagli dell’efferato femminicidio che ha avuto luogo ieri a Fonte Nuova, alle porte di Roma. Da quanto sembra emergere, il reo confesso Domenico Ossoli avrebbe ucciso per gelosia sua moglie Annarita Morelli, che aveva chiesto la separazione. “Piuttosto l’ammazzo”, avrebbe affermato l’uomo.

La separazione mai accettata

Il 73enne non avrebbe mai accettato la decisione della donna, madre dei loro tre figli. Un ambiente ossessivo, geloso – confermato anche dai figli – a punto tale da installare nell’auto della 72enne un dispositivo per monitorarne gli spostamenti. Probabilmente è proprio così che, ieri mattina, ha scoperto che Morelli era dalla veterinaria: è stata infatti uccisa in auto, poco dopo quell’appuntamento. 

Donna uccisa: il marito ex autista con la passione per la caccia
Il reo confesso Domenico Ossoli e la vittima, la moglie Annarita Ossoli

Le registrazioni

Durante la perquisizione nella residenza del 73enne, gli inquirenti hanno portato alla luce decine di registrazioni di conversazioni avute con la vittima (e non solo), che sarebbero testimonianza il quadro di controllo ossessivo che Ossoli aveva creato attorno a sé.

“Non volevo ucciderla”

“Volevo spararle alle gambe, ma non ucciderla”, avrebbe detto Ossoli durante l’interrogatorio. Il medico legale ha accertato che l’uomo avrebbe sparato alla moglie “a bruciapelo”, all’altezza del deltoide sinistro, nei pressi della spalla. Morelli è stata trovata sul sedile, con la testa accasciata.

A pochi passi di distanza, il 73enne aveva appena confessato il delitto in un bar tabaccheria. I carabinieri giunti sul posto hanno quindi rinvenuto una Beretta calibro 7,65 nel borsello dell’uomo. Mancava un solo proiettile: è stato quello ad uccidere Annarita. 

La decisione del pm

A seguito dell’interrogatorio e delle informazioni emerse, il pm Roberto Bulgarini Nomi della procura di Tivoli ha deciso di contestare ad Ossoli l’omicidio aggravato da premeditazione, emettendo quindi un decreto di fermo: il reo confesso si trova attualmente a Rebibbia. Il magistrato non ha quindi creduto alla versione dell’assassino: basandosi sulle conclusioni del medico legale, la “volontà non omicidiaria” non è compatibile. Ad aver insospettito Bulgarini Nomi potrebbe essere stata anche la mancata menzione della “condizione di serrato controllo a cui aveva costretto la moglie, negandole qualsiasi scelta autonoma”, come invece ricostruito dalla famiglia e dalle registrazioni ritrovate.