Roma, 2 ottobre 2021 - Minacciavano di morte la propria vittima, anche con l'uso di armi, fingendosi componenti dei clan Spada, Di Silvio e Casamonica: due le persone arrestate che erano riuscite ad estorcere oltre 100 mila euro. Si fingevano componenti di un clan criminale per estorcere denaro. In seguito a un'indagine, coordinata dalla Procura di Roma, personale della squadra informativa del VII Distretto di polizia San Giovanni ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale capitolino, nei confronti di due persone per estorsione aggravata . É stato inoltre eseguito il decreto di sequestro preventivo di due auto, di un motociclo e di un conto corrente postale.
L'indagine avviata il maggio scorso
L'indagine è partita a maggio scorso dalle denunce di un uomo alla polizia giudiziaria in cui dichiarava di essere da diversi mesi vittima di ripetute richieste estorsive, avanzate di persona, per telefono e anche attraverso l'inoltro di messaggi whatsapp. La vittima aveva ricevuto una serie ininterrotta di richieste di denaro e minacce che le avevano provocato uno stato di totale sottomissione: era stata costretta così a cedere alle intimidazioni e a corrispondere, a più riprese, somme di denaro per un totale di 107.788 euro. Per ottenere un effetto ancora più traumatizzante, gli indagati avevano convinto l'uomo che il denaro da versare fosse diretto anche ad un componente di spicco del clan Spada, ad esponenti dei gruppi Di Silvio e Casamonica: inoltre, gli indagati avevano rivolto personalmente chiare e gravi minacce di morte alla vittima, anche mediante l'utilizzo di armi, e di incendiare l'abitazione. Le continue richieste estorsive avevano provocato uno stato di totale soggezione e paura nella vittima che si è rivolta alle forze dell'ordine, mettendo a disposizione i numerosi messaggi ricevuti, anche vocali.
Uno degli indagati ha precedenti e l'obbligo di soggiorno
I legami tra gli indagati sono stati individuati dagli agenti, attraverso l'analisi dei tabulati telefonici e indagini, dalle quali è emerso che sono stati arrestati insieme in flagranza e, in altre due circostanze, denunciati. È stato, inoltre, accertato che uno degli indagati, oltre ad avere subito condanne per reati in materia di stupefacenti e per reati contro il patrimonio, si trovava sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di due anni.